Morta sul lavoro: indagati titolare azienda ed addetto manutenzione Contestata rimozione protezione

Avrebbero rimosso la saracinesca protettiva al macchinario nel quale è rimasta stritolata Luana D’Orazio, la 22enne morta nell’azienda tessile di Oste di Montemurlo (Prato) dove lavorava. Per questo la titolare della azienda e l’addetto alla manutenzione dell’orditoio sono indagati, oltre che per omicidio colposo, anche per il reato di “rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro”.
Una consulenza tecnica sul funzionamento del macchinario, un orditoio, che ha trascinato Luana D’Orazio, provocandone la morte, sarà affidata venerdì prossimo dalla procura di Prato. Da capire anche perchè la saracinesca protettiva – che impedisce di essere trascinati negli ingranaggi della macchina se si viene ‘agganciati’ – fosse stata “rimossa” come contestato ai due indagati, in concorso morale e materiale tra loro, come ipotesi di reato a se stante rispetto a quella di omicidio colposo. La saracinesca, da quanto appreso, sarebbe stata trovata alzata e gli investigatori, contestando il reato di cui all’articolo 437 – “rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro” – probabilmente ipotizzano che fosse volutamente tenuta in quella posizione. (ANSA).
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Aula Senato commemora Luana D’Orazio
“Invito l’Aula ad osservare un minuto di silenzio per unirci al dolore della famiglia di Luano D’Orazio una giovane lavoratrice mancata tragicamente mentre lavorava e per sottolineare con questo minuto di silenzio l’impegno del parlamento oggi e sempre per la tutela della sicurezza e della dignità del lavoro”. Con queste parole della presidente di turno Anna Rossomando l’Assemblea di palazzo Madama commemora la ragazza morta nei giorni scorsi nel pratese mentre lavorava in un’azienda tessile. (ANSA)
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Titolare,dolore e impegno per bimbo Luana  ‘Mia solidarietà anche come compagna di lavoro”
“Il dramma che stiamo vivendo ci colpisce profondamente e di fronte a tutto questo è difficile trovare le parole, ma voglio far sapere che intendo esprimere il mio dolore attraverso l’impegno per la famiglia di Luana ed il suo piccolo. Impegno che voglio tradurre in atti concreti da subito in ogni contesto e sede. Non mi sottrarrò ai miei doveri né al confronto nelle sedi appropriate anche per capire come possa essere avvenuto questo dramma”. Così Luana Coppini, titolare dell’azienda dove è morta Luana D’Orazio. “Alle macchine lavoro anch’io”, mio figlio e mio marito”: è quindi “la solidarietà anche di una compagna di lavoro”.
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