Inchiesta “Cemento nero”, prime condanne. La Fillea Cgil Firenze: “Sia d’esempio in lotta a caporalato”

Inchiesta “Cemento nero” (sfruttamento e caporalato in cantieri edili fiorentini e pratesi), al Tribunale di Prato prime condanne con rito abbreviato. Fillea Cgil Firenze riconosciuta tra le parti civili e risarcita del danno. Il segretario Carletti: “Sentenza importante che dà ragione al nostro lavoro di denuncia, sia da esempio per tutti nella lotta per il rispetto delle leggi e dei contratti di lavoro”


Si è svolto ieri presso il Tribunale di Prato la prima udienza del processo ai soggetti coinvolti nell’inchiesta “Cemento nero”, che lo scorso maggio aveva scoperto un gruppo di persone dedite allo sfruttamento della mano d’opera e al caporalato in cantieri edili fiorentini e pratesi (l’indagine della Procura di Prato era partita due anni fa, dopo che un operaio straniero, che reclamava del denaro arretrato, si recò a denunciare i fatti alla Fillea Cgil di Firenze). Ieri, per gli imputati che hanno chiesto il processo con rito abbreviato, è stata emessa la sentenza di condanna, con il riconoscimento della costituzione di parte civile della Fillea Cgil di Firenze (oltre che di alcuni lavoratori), alla quale è stato riconosciuto anche il diritto al risarcimento del danno.
“Questa del Tribunale di Prato è una importante sentenza che dà ragione al grande lavoro svolto negli anni dalla Fillea Cgil la quale, in perfetta solitudine nel settore edile fiorentino, denunciava la gravità dei fatti contenuti nell’inchiesta”, dice Marco Carletti (Segretario Generale di Fillea Cgil Firenze), che ringrazia la Procura e gli organismi inquirenti per il lavoro svolto. E aggiunge: “Riteniamo questa sentenza un esempio per tutti: per la città, per gli organi decisori, per gli organismi di controllo, per le parti sociali. Ringraziamo la Procura e gli organismi inquirenti. I fatti raccontati dall’inchiesta ‘Cemento nero’ non sono un caso isolato, di questo siamo certi. Noi continueremo ad impegnarci tenacemente per ottenere, con i fatti e non con le parole, il pieno rispetto delle leggi e dei contratti collettivi di lavoro in tutti i cantieri edili dell’area metropolitana di Firenze, e per coinvolgere alla responsabilità tutti gli utilizzatori di questi sistemi”.

Lavoro: sfruttavano operai, 3 condanne e 7 rinvii a giudizio. A Prato, Fillea Cgil Firenze ammessa come parte civile

(ANSA) – PRATO, 24 NOV – Il tribunale di Prato ha emesso tre condanne per associazione per delinquere finalizzata al reclutamento e allo sfruttamento di operai in stato di bisogno: si tratta di tre uomini che facevano parte degli 11 arrestati lo scorso maggio al termine dell’inchiesta ‘Cemento nero’, l’indagine che aveva ipotizzato lo sfruttamento ad opera di due ditte edilizie nei confronti di muratori e manovali, alcuni dei quali stranieri senza permesso di soggiorno, a Prato e a Firenze. Al termine dell’udienza preliminare il giudice Francesca Scarlatti ha letto le sentenze di condanna per i tre, un egiziano e due marocchini, che hanno scelto il rito abbreviato, ha accordato un patteggiamento e ha firmato sette rinvii a giudizio per i restanti indagati, divenuti ora imputati. Tra i condannati c’è anche uno degli imprenditori edili che i pm pratesi consideravano tra i capi dell’associazione, per cui il giudice ha stabilito una pena a tre anni di reclusione. Il magistrato ha inoltre ammesso la ‘Fillea Cgil’ di Firenze come parte civile assieme ad alcuni operai presunte vittime del reato. Fu proprio il sindacato, dopo aver ricevuto la denuncia di un operaio, a mettere in moto nel 2018 le indagini che hanno coinvolto circa 30 cantieri. “Riteniamo questa sentenza – commenta Marco Carletti, segretario generale di Fillea Cgil Firenze – un esempio per tutti: per la città, per gli organi decisori, per gli organismi di controllo, per le parti sociali. Ringraziamo la Procura di Prato e gli organismi inquirenti. I fatti raccontati dall’inchiesta ‘Cemento nero’ non sono un caso isolato, di questo siamo certi. Noi continueremo a impegnarci tenacemente per ottenere, con i fatti e non con le parole, il pieno rispetto delle leggi e dei contratti collettivi di lavoro in tutti i cantieri edili dell’area metropolitana di Firenze, e per coinvolgere alla responsabilità tutti gli utilizzatori di questi sistemi”. Nelle prossime settimane comincerà il processo per i sette rinviati a giudizio. (ANSA).

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