Inchiesta braccianti sfruttati: sindacati, caporalato esteso

Un ringraziamento alla Guardia di finanza per l’inchiesta sul presunto sfruttamento di centinaia di braccianti agricoli in tre aziende agricole tra le province di Livorno e Grosseto, e la richiesta di maggiore attenzione ai fenomeni del caporalato. Questa la presa di posizione di Flai Cgil e della Fai Cisl Toscana. In una nota congiunta Giovanni Mininni, segretario Flai Cgil nazionale e Michele Rossi, segretario generale Flai Cgil Livorno, affermano che l’operazione “è stata possibile anche grazie al continuo monitoraggio del territorio e alle denunce fatte dalla Flai Cgil”. “Episodi come questo – aggiungono – evidenziano l’estensione del fenomeno dello sfruttamento e caporalato, da Nord a Sud, passando per regioni simbolo dell’eccellenza agroalimentare e dove l’agricoltura non è certo una ‘agricoltura povera’. Come evidenziato anche dal Primo Quaderno dell’Osservatorio P.Rizzotto, in Toscana contiamo 27 aree e località in cui si individua lavoro sfruttato e caporalato, a fronte delle 405 complessive sul territorio nazionale. C’è molto da fare, ma vogliamo cogliere segnali positivi” grazie “alle leggi oggi esistenti, al lavoro delle forze dell’ordine, al presidio quotidiano del sindacato e al coraggio” dei lavoratori “che trovano la forza di denunciare”. Il segretario della Fai-Cisl Toscana, Massimiliano Gori, chiede che vengano attivati dalle sedi provinciali dell’Inps “i tavoli provinciali previsti dalla legge contro il caporalato del 2016, ancora inattuata”. “Da anni – dice Gori – vengono segnalati episodi di caporalato, lavoro grigio o nero e di sfruttamento in agricoltura, soprattutto nella provincia sud di Livorno e nord di Grosseto. In varie zone della Toscana si è assistito in questi ultimi anni a interventi di questo tipo da parte degli organi preposti, ma è la prima volta che avviene in questa portata e nella parte della nostra regione più colpita dal fenomeno dello sfruttamento”. L’augurio del sindacato eè che ciò, “come più volte richiesto, sia anche la molla che farà partire l’attivazione dei tavoli provinciali previsti dalla legge contro il caporalato che punta” a “introdurre nuove forme di supporto per i lavoratori stagionali in agricoltura, finora mai attuati”. (ANSA).

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