Villa e auto di lusso, ma ufficialmente nullatenente, sconosciuto al Fisco lui e la sua azienda, rinata grazie a un prestanome dopo una bancarotta fraudolenta che gli era costata prima gli arresti domiciliari, poi una condanna in primo grado a nove anni. Ma proprio mentre il tribunale giudicava la condotta di S.G., 49 anni, di Vicchio (Firenze), il pm Paolo Barlucchi, richiese una nuova misura cautelare ai danni dell’imprenditore edile, che, nonostante la vicenda giudiziaria, proseguiva a operare come prima, senza versare alcun tipo di contributi e pagando i suoi dipendenti con buste paga fasulle. Il tribunale ha accettato la richiesta del pm e l’imprenditore edile finito in carcere a Sollicciano. Secondo la guardia di finanza, che ha condotto la prima e la seconda parte dell’inchiesta, per ottenere i lavori, sempre in subappalto – l’ultimo al cimitero di Caldine, nel comune di Fiesole (Firenze) – l’uomo presentava anche falsi documenti di regolarit contribuitva (Durc) e falsi modelli di pagamento ‘F24’. Tre milioni, secondo le fiamme gialle, gli euro mai dichiarati; oltre mezzo milione di euro l’Iva mai versata. Ai suoi danni anche una denuncia per violenza privata: avrebbe fatto picchiare da suoi ‘sodali’ un dipendente che pretendeva gli stipendi arretrati.
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