Il panno del Casentino, la vertenza che riscalda l’estate aretina

Il panno del Casentino, la vertenza che riscalda l’estate aretina. 18 posti di lavoro e l’intera attività della Manifattura del Casentino sono a rischio. Stamani incontri in Prefettura

Le 18 lettere di licenziamento sono pronte. Stamani sia la Prefetta Maddalena De Luca che il dirigente della Filctem Cgil, Alessandro Mugnai, hanno chiesto all’azienda di non metterci il francobollo. Non hanno ottenuto rassicurazioni.
“In questo modo – ha commentato Mugnai – la Manifattura del Casentino è destinata alla chiusura e il panno del Casentino a scomparire dai mercati e dalla storia. Tutto questo non perché l’azienda vada male o il settore tessile non tiri. Tutt’altro. E’ stato superato un lungo e difficile periodo di crisi e al termine di esso, incredibile paradosso. la Manifattura del Casentino rischia di chiudere per una pura questione immobiliare”. La storia è lunga e complessa. Una delle vecchie e precedenti società, proprietaria dell’immobile, è affidata ad un curatore fallimentare che l’ha messa all’asta. Tra i possibili acquirenti anche un “vicino di casa” che è però una delle più importanti aziende italiane: Aruba. “Si è registrato un intrecccio complesso tra vecchie e nuove società, tra curatori fallimentari, tra potenziali acquirenti dell’immobile. Un intreccio che rischia di strozzare i soggetti più deboli di questa storia e cioè i lavoratori, presenti stamani con la Rsu”.
Stamani all’incontro in Prefettura hanno partecipato anche dirigenti dell’azienda, avvocati, il sindaco di Bibbiena, Filippo Vagnoli che ha portato la sua solidarietà ai lavoratori presenti in Prefettura. “La Prefetta e il Sindaco hanno svolto al meglio il loro ruolo istituzionale – ha commentato Mugnai. Ma nessuno ha avuto la risposta che ci attendevano e cioè, quanto meno,il blocco delle lettere di licenziamento. La Prefetta ha annunciato un nuovo incontro a settembre. Per la Cgil e i lavoratori la storia non finisce certamente qui”.

AGGIORNAMENTO

Si sfilaccia il panno del Casentino (Arezzo): partono le lettere per i 18 licenziamenti alla Manifattura. Mercoledì assemblea 

Avviata la procedura deilicenziamenti collettivi per cessazione d’attività. “La Manifattura delCasentino, sotto la pressione della curatela, ha purtroppo fatto quanto eraprevisto – annuncia Alessandro Mugnai, Filctem Cgil. E quanto sia noi che laPrefetta Maddalena De Luca avevamo chiesto di non fare oggi per poterindividuare una soluzione che garantisse la salvaguardia dei 18 posti di lavoroe dell’intera produzione”.

La vertenza, a questo punto, non èpiù solo di una categoria ma dell’intera confederazione. “La provincia diArezzo – sottolinea il Segretario Alessandro Tracchi – continua a registrarevertenze che non avrebbero motivo di esistere. Prima la Fimer, impegnata in unsettore in fortissimo sviluppo. Adesso la Manifattura del Casentino che produceun prodotto – il panno del Casentino – assolutamente unico in una fase diriprssa dell’intero settore tessile italiano”.

Fictem e Cgil hanno già organizzato l’assemblea dei lavoratori per mercoledì prossimo nellostabilimento di Soci la cui vendita appare l’unica ragione delle cessazionedella produzione. “Si apre una vertenza in piena coerenza climatica – conclude Tracchi.Sarà lunga e soprattutto calda”.

LA NOTA DI SPI CGIL TOSCANA

Il panno è simbolo del Casentino: va tutelato. Lo Spi Cgil della Toscana a fianco dei lavoratori e della Filctem

“Tutte le vertenze sindacali sono importanti ma quella della Manifattura del Casentino ha un elemento in più: rischia di scomparire un ‘pezzo’ della storia e della cultura del Casentino”. Solidarietà dello SPI toscano, il sindacato pensionati della Cgil, ai 18 lavoratori di Soci che rischiano la chiusura dell’azienda e il conseguente licenziamento. “Dentro quelle mura – oggi oggetto di contesa immobiliare – ci sono non solo 18 lavoratori con le loro famiglie. Ci sono una storia, una cultura, tante vite in un fitto intreccio tra comunità e vallata di confine che – proprio come in un telaio – tesse insieme, dall’Ottocento, le esperienze manifatturiere, e le acque delle montagne casentinesi che rendono il panno del Casentino un prodotto unico nel suo genere”.
Lo Spi Cgil ricorda che “è candidato a diventare patrimonio dell’umanità e quindi un bene comune. Guai se un territorio si vedesse espropriato delle sue vocazioni per una mera questione di interesse immobiliare”.
Lo Spi Toscano si associa quindi alla lotta dei lavoratori e della Filctem per evitare una chiusura che renderebbe più povero l’intero Casentino.

 

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