Il lavoro povero non far? dellItalia un Paese ricco

Il dibattito che si ? aperto con l?articolo del direttore di FirenzePost, Sandro Bennucci, merita un qualche approfondimento perch? il tema dell?attrattivit? degli investimenti e le ragioni della loro rarefazione ? una delle grandi sfide che la Toscana dovr? affrontare. Iniziamo col dire la Toscana ? strutturalmente caratterizzata da una bassa intensit? di capitale: tra le principali regioni del paese ? quella che nel nuovo millennio ha accumulato l?ammontare pi? basso di investimenti per addetto. Ci? solo in parte ? dovuto alla sua specializzazione produttiva dal momento che praticamente in tutti i settori industriali presenta questa caratteristica (unica eccezione i mezzi di trasporto). La stessa caratteristica ? confermata anche nel terziario. Ci? non pu? essere considerata l?espressione positiva di tecniche produttive ad alta intensit? di lavoro (si sostiene spesso che pi? procede lo sviluppo pi? le imprese dovrebbero specializzarsi in attivit? in cui pesa di pi? il lavoro qualificato), perch? anche regioni notoriamente pi? avanzate della Toscana (es.: Lombardia) presentano intensit? di capitale pi? alte.Gli anni recenti hanno visto un crollo degli investimenti rispetto a quelli realizzati nella prima parte degli anni duemila: la crescita della dotazione di capitale ? stata pi? contenuta rispetto a quella di alcune delle regioni benchmark, soprattutto rispetto a Veneto e Lombardia, mentre ? stata simile a quella dell?Emilia Romagna e migliore di quella di Piemonte e Marche.Questa tendenza aggregata ? stata determinata soprattutto da una pi? lenta dinamica degli investimenti nell?industria (addirittura in diminuzione) e nel commercio, trasporti e comunicazioni, parzialmente controbilanciata dalla migliore dinamica del credito; attivit? immobiliari; attivit? professionali, scientifiche e tecniche; amministrazione e servizi di supporto e soprattutto dagli investimenti della pubblica amministrazione, per la quale la Toscana detiene una posizione di assoluto rilievo nel panorama nazionale. Ci? ? largamente determinato da ci? che ? accaduto nella recente crisi quando gli investimenti del settore pubblico hanno mostrato una tendenza assolutamente anticiclica e sono addirittura aumentati negli anni iniziali della crisi contrariamente a quanto accaduto nelle altre regioni benchmark.Il primato dell?investimento pubblico su quello privato evidenzia ancor pi? quel deficit di offerta imprenditoriale che ? stata segnalata e rimette al centro la vera sfida per il lavoro. Una sfida che passa da una crescita degli investimenti per una economia pi? dinamica e competitiva alla quale non si possono opporre fuorvianti quanto dannose ricette come quelle contenute in molte deleghe che il governo ha ricevuto col voto di fiducia parlamentare per la riforma del mercato del lavoro. Nell?illusione, indimostrabile, che il lavoro povero far? di noi un paese ricco. Una sfida che per la Toscana ? pi? pressante che altrove.

Pulsante per tornare all'inizio