I sindacati, seppure con sfumature diverse, bocciano sostanzialmente i decreti del Jobs Act approvati dal Cdm. Netta la posizione della Cgil. ?Il Jobs Act il mantenimento delle differenze e non la lotta alla precariet ?, commenta a caldo il sindacato di Corso d’Italia. ?Il contratto a tutele crescenti la modifica strutturale del tempo indeterminato che ora prevede, nel caso di licenziamento illegittimo o collettivo, che l’azienda possa licenziare liberamente pagando un misero indennizzo?, sintetizza la Cgil.Parla di un primo intervento solo parziale il leader della Cisl Anna Maria Furlan: avremmo voluto un atteggiamento pi coraggioso del Governo sulla effettiva abolizione delle forme di precariet dei giovani, aggiunge. Secondo il numero del sindacato di Via Po, chiaro che bisogner leggere attentamente i testi prima di dare un giudizio completo sui provvedimenti del Governo dice Furlan, ma l?esultanza del Presidente del Consiglio assolutamente ingiustificata perch con queste norme cambier poco e niente.Critico anche il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo. Quello che il Governo ha fatto in materia di lavoro non va nella direzione giusta. Bisognava eliminare tutti i contratti di precariet . Invece, aggiunge, sono rimasti quelli a tempo determinato a 36 mesi senza causale e hanno esteso la possibilit di ricorrere ai voucher.Fassina stronca i decreti del Jobs Act: Si torna agli anni ’50. Damiano: Parlamento non rispettatoStraordinaria operazione propagandistica del governo sul lavoro. I contratti precari rimangono sostanzialmente tutti. A bocciare senza appello il jobs act Stefano Fassina, secondo cui il diritto del lavoro torna agli anni ?50. Oggi il giorno atteso da anni…dalla Troika.La sbandierata rottamazione dei co.co.co avvenuta da anni – rimarca Fassina – mentre i co.co.pro di fatto restano e si estende l?ambito di applicazione dei vouchers. Ammortizzatori sociali e l?indennit di maternit non vengono estese. Insomma, i decreti attuativi della delega lavoro approvati oggi dimostrano come l?unico vero obiettivo dell?intervento fosse cancellare la possibilit di reintegro per i licenziamenti senza motivo. In sintesi, non una riforma. E? una regressione, secondo l’esponente della minoranza dem.Deluso anche il presidente della Commissione lavoro della Camera Cesare Damiano. Il governo non ha modificato la norma sui licenziamenti collettivi nonostante la richiesta contenuta nei pareri convergenti, espressi su questo punto, delle Commissioni lavoro di Camera e Senato. Siamo di fronte a una scelta politica sbagliata e non rispettosa del dibattito parlamentare?.NdR: per completezza di informazione bisogna aggiungere che va benissimo alle imprese e che l’ex ministro di Berlusconi, Sacconi, appprova.ÿ nb
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