I lavoratori di Fidi Toscana con una lettera chiedono un incontro al Presidente Giani

La delibera del 7 Marzo che sarà discussa prossimamente in Consiglio riflette questo disegno a nostro giudizio sbagliato, spericolato e lesivo della storia quasi cinquantennale di questa società e della dignità dei lavoratori molti dei quali hanno contribuito alla costruzione del “progetto FIDI” nel corso dei decenni.

Caro Presidente,

Le scriviamo in quanto lavoratrici e lavoratori di Fidi Toscana.
Durante la campagna elettorale e nei primi mesi di legislatura, abbiamo apprezzato la Sua posizione tendente a fare di Fidi un importante braccio operativo della Regione dopo anni nei quali come dipendenti, anche attraverso le nostre rappresentanze sindacali, ne denunciavamo l’abbandono.
Nell’incontro del 23 Marzo u.s. abbiamo dovuto prendere atto ( 3 mesi dopo l’ultimo confronto) attraverso una comunicazione non discutibile dell’Assessore Marras, che non solo l’idea di un rilancio eventualmente attraverso la trasformazione “in house” non era possibile, ma che la Regione avrebbe venduto parte delle quote della società, invitando i privati a fare altrettanto, in modo da consentire ad un soggetto privato di mercato di trasformare FIDI, da braccio operativo della Regione in uno dei tanti soggetti parabancari presenti sul mercato.
La delibera del 7 Marzo che sarà discussa prossimamente in Consiglio riflette questo disegno a nostro giudizio sbagliato, spericolato e lesivo della storia quasi cinquantennale di questa società e della dignità dei lavoratori molti dei quali hanno contribuito alla costruzione del “progetto FIDI” nel corso dei decenni.
Per questa ragione i sottoscritti sono a chiederLe un incontro per illustrare le nostre posizioni e confrontarci su eventuali altre soluzioni in merito.
I lavoratori di Fidi Toscana (seguono le firme dei lavoratori)
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