Grosseto: Covid, il segretario Cgil Ferretti Vs Sindaco Vivarelli ‘No sovranismi di ritorno’

«Il Covid non si affronta in modo efficace con gli slogan e “l’ospedale di Grosseto ai grossetani” – dichiara Andrea Ferretti, segretario provinciale della Cgil – è il modo peggiore di rappresentare la situazione difficile cui la sanità pubblica sta facendo argine.
Piuttosto, ci aspetteremmo un protagonismo più costruttivo sul fronte della realizzazione delle case della salute previste, e sul potenziamento del ruolo della medicina territoriale, che contribuirebbe, oggi, a combattere con più efficacia la pandemia evitando di sovraccaricare l’ospedale della Misericordia e, domani, a rispondere a quell’universalismo della sanità troppo spesso disatteso.
La Cgil ha sempre sostenuto che il servizio sanitario debba rispondere a una logica solidaristica. La nostra è un’Azienda sanitaria di Area vasta e come tale agisce in sinergia con Siena e Arezzo. Naturalmente a sua volta in un quadro regionale e nazionale di riferimento.
La Usl Toscana sudest, in questo contesto, ha la nostra fiducia perché il personale sta lavorando con dedizione ed efficacia per curare le persone contagiate, portare avanti la campagna di vaccinazione e contrastare la diffusione del virus. Piuttosto, proprio nei loro confronti, ci sarebbe bisogno di maggiore attenzione contrattuale e supporto psicologico e umano da parte di tutti.
Ciò detto, è necessario che la direzione sanitaria cambi marcia rispetto all’interlocuzione con il territorio, facendo una comunicazione più puntuale ed efficace sulle scelte di politica sanitaria.
All’inizio di questo lungo periodo di difficoltà, l’azienda occupava i media in modo continuativo informando la cittadinanza delle scelte per arginare la pandemia di Covid-19. Oggi constatiamo che comunica in modo episodico e privo di strategia, lasciando campo ad allarmismi, sensazionalismi e “sovranismi di ritorno”. Col rischio che circolino notizie inesatte o allarmanti, foriere di potenziali tensioni sociali.
A nostro modo di vedere, e lo dico forte di un’elaborazione condivisa con le categorie della funzione pubblica e dei pensionati della Cgil, non è in discussione la capacità operativa dell’azienda di far fronte all’emergenza. Ma troviamo che ci sia poca trasparenza e lungimiranza nel confronto con le forze sociali, e che questo si rifletta nella difficoltà a programmare la configurazione dei servizi sanitari nel medio/lungo termine. In un confronto costruttivo su come sarà la sanità post pandemia e su quali sono i progetti per attirare i fondi del ricovery plan nel nostro territorio.
Spesso utilizzando l’alibi che a un’emergenza ne segue un’altra finendo così per penalizzare tutte le attività ospedaliere non-Covid.
Ad oggi la terapia intensiva è organizzata in moduli da 8 posti letto, in due dei quali ci sono già 13 ricoverati, con il terzo modulo pronto a essere attivato. Cosa che, al di là degli allarmismi inopportunamente politicizzati, necessita di organizzazione, nuovi presidi e nuovo personale che deve essere reperito dagli altri reparti.
I reparti di degenza Covid possono ospitare 78 persone, ampliabili fino a 90. Ma, anche qui, servirebbe personale aggiuntivo. Dopo che sono già stati chiusi due reparti di medicina generale, e le sale operatorie lavorano solo per interventi oncologici urgenti e per prestazioni ambulatoriali che non prevedono degenza, con gli altri tipi d’intervento programmati che verranno spostati.
L’impatto del Covid sarebbe stato meno violento se a questo punto avessimo avuto una medicina territoriale più strutturata, efficace ed efficiente. Per questo, in definitiva – conclude Ferretti – al sindaco chiediamo meno allarmismi mediatici e all’azienda sanitaria più confronto di merito e una più efficace comunicazione istituzionale. Con la preoccupazione di avere una migliore qualità del sistema sanitario, per chiunque e ovunque sia residente».

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