Grosseto: Capobussi (Nidil Cgil); accordo JustEat, Riders devono fare richiesta di assunzione

Capobussi: «i riders devono chiedere di essere assunti, non saranno contattati dall’azienda. In provincia almeno 100 ciclo-fattorini. Rivolgetevi a Nidil per una mappatura e essere rappresentati»
L’intesa firmata da Just Eat con Cgil, Cisl e Uil e le categorie dei precari e della logistica che dà ai ciclo-fattorini (riders) i diritti e le tutele del contratto collettivo, apre una nuova pagina per una delle categorie di lavoratori più bistrattati e sfruttati negli ultimi anni. Nonostante il peso sociale e economico del loro ruolo.
«L’accordo – sottolinea Anna Capobussi, segretaria del Nidil Cgil (Nuove identità del lavoro) – fa da apripista alla regolazione del settore in cui operano molte piattaforme del food delivery. Rispetto alla quale la Cgil non demorderà, perché si tratta di una battaglia sacrosanta contro una delle forme moderne di sfruttamento del lavoro.
La piattaforma Just Eat, d’altra parte, è operativa anche a Grosseto, per quanto con modalità particolari, perché ci risulta che in generale ogni ristorante ha un proprio rider di fiducia. Ad ogni modo, poiché non sarà l’azienda a contattare i singoli ciclo-fattorini per procedere all’assunzione, ma dovranno essere loro a fare formalmente la richiesta al datore di lavoro. Invito i riders che in provincia di Grosseto lavorano con Just Eat a contattare il Nidil Cgil alla mail acapobussi@grosseto.tosc.cgil.it, in modo da avere le informazioni sul corretto modo di procedere e valutare la situazione di ognuno.
Da un monitoraggio informale ma fatto sul campo, ci risulta che in provincia di Grosseto, dove c’è un vasto tessuto di ristorazione, operano almeno un centinaio di riders, associati a piattaforme come Glovo, Deliveroo e altre, oltre che a Just Eat. Anche a tutti loro rivolgo un invito a contattare Nidil alla stessa mail, sia per avere una mappatura più precisa di chi fa questo lavoro, sia per verificarne il tipo di rapporto, in modo da essere pronti nel momento in cui le altre piattaforme di consegna del cibo si dovranno adeguare alla recente sentenza della Corte di cassazione e applicare il contratto nazionale trasporti merci e logistica.
Cgil, Cisl e Uil, infatti, hanno già invitato Assodelivery e le singole piattaforme di food delivery a sedersi al tavolo col sindacato per affrontare i temi di lavoro subordinato part-time, paga base, legata ai minimi contrattuali e non alle consegne, trattamento di fine rapporto, contributi. Ma anche di maternità/paternità, malattia, infortuni, ferie, permessi, lavoro supplementare, straordinario, festivo e notturno, oltre che di rimborso spese per uso del mezzo proprio e dispositivi di protezione adeguati, e di diritti sindacali. Oggettivamente è un enorme salto di qualità».

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