GOVERNO: DA BERLUSCONI NESSUNA INTENZIONE DI DIALOGO (IL PUNTO)

Inizia una settimana politicamente impegnativa per il governo. Ma la maggioranza non ha intenzione di ascoltare le ragioni dell’opposizione, come ha chiesto Walter Veltroni dopo la manifestazione del Pd di sabato scorso a Roma.Il governo ha intenzione di andare sulla sua strada senza ripensamenti. Alla Camera, da oggi, si discute in Aula il progetto di riforma delle norme per eleggere i rappresentanti italiani al Parlamento europeo. La maggioranza – con la decisa opposizione di Udc, Pd e Idv – ha varato un disegno di legge che prevede un quorum fissato al 5%, dieci collegi elettorali e l’abolizione delle preferenze. Mercoledi’, al Senato, e’ in calendario il voto del decreto sulla scuola su cui il governo ha chiesto la fiducia. Giovedi’ 30, infine, e’ stato indetto dai sindacati lo sciopero generale della scuola. Gia’ da martedi’ e’ indetto un sit in nei pressi di Palazzo Madama da parte dei Cobas della scuola.A surriscaldare il clima politico ci ha pensato ieri sera lo stesso Silvio Berlusconi. Tornato dalla Cina, dove ha partecipato al vertice Europa-Asia sui problemi della crisi finanziaria internazionale, il premier ha sostenuto che la piu’ grande manifestazione si e’ tenuta il 13 e 14 aprile, quando le elezioni sono state vinte con notevole margine dal Pdl. Quindi, ha detto Berlusconi, Veltroni farebbe meglio a prendersi una lunga vacanza per presentarsi riposato alla campagna elettorale che si terra’ fra cinque anni (La sua e’ la sinistra delle frottole). Quanto ai rapporti futuri tra governo e opposizione, il presidente del Consiglio non apre spiragli al dialogo.Il premier non ha percio’ intenzione di ritirare il decreto sulla scuola come gli aveva proposto Veltroni per riprendere un confronto tra maggioranza e opposizione che tenga conto anche delle proteste di insegnanti e studenti che nell’ultima settimana hanno occupato scuole e universita’ in quasi tutte le citta’ italiane. Andiamo avanti a governare qualunque cosa dica Veltroni o chiunque altro dell’opposizione, conclude il leader del Pdl.Da Berlusconi non e’ mancata anche una stoccata polemica verso l’ipotesi che il Pd migliori ipropri rapporti con l’Idv di Antonio Di Pietro: Ricompattarsi con un uomo malvagio come Di Pietro, che ha mandato in galera quindici persone che poi non sono state nemmeno rinviate a giudizio, credo che vada a tutto disdoro di chiunque lo facesse.Immediata la replica di Di Pietro: Berlusconi prima ha cercato di comprarmi offrendomi di fare il ministro e poi ha cercato di fermarmi per via giudiziaria. Ma siccome entrambi i tentativi sono andati a vuoto adesso mi attacca e dice che non vado bene e sono un malvagio.Tra maggioranza e opposizione c’e’ scontro perfino sui sondaggi. A Berlusconi, che dice di avere il 72% di gradimento da parte degli italiani, replica Veltroni sostenendo che il governo ha perso 18 punti di consenso nell’ultimo mese e mezzo.Mentre il conflitto maggioranza-opposizione resta a tutto campo, il calendario parlamentare prevede da domani tre giorni di doppia convocazione per la Commissione di vigilanza sulla Rai. L’obiettivo resta quello di eleggere il presidente della Commissione, dopo la fumata bianca sul giudice mancante della Consulta che ha visto finalmente – dopo un anno e mezzo di votazioni nulle – l’elezione dell’avvocato penalista Giuseppe Frigo con i voti dei due schieramenti.Pd e Idv, per ora, difendono la candidatura di Leoluca Orlando per la guida di una Commissione di garanzia che per prassi parlamentare spetta all’apposizione. Dall’Udc viene pero’ un richiamo alla ragionevolezza. Roberto Rao, capogruppo in Vigilanza del partito di Pier Ferdinando Casini, invita a esaminare la proposta di una rosa di nomi per sbloccare la situazione, divenuta insostenibile dopo che si e’ risolta la questione del plenum della Corte costituzionale. Tra le ipotesi, c’e’ anche quella di sostituire il nome di Orlando – su cui la maggioranza continua a puntare i piedi e a rifiutare l’accordo – con la candidatura di Massimo Donadi, capogruppo dell’Idv alla Camera.Decisivo e’ l’atteggiamento del Pd, che finora ha sostenuto Orlando ma che potrebbe decidere di favorire l’emergere di una rosa di candidati su cui ricercare una convergenza con la maggioranza.Una ennesima settimana di fumate nere sull’elezione del presidente della Vigilanza non e’ una prospettiva ritenuta auspicabile dal partito di Veltroni, intenzionato comunque a lasciare a un rappresentante dell’Idv la guida della Commissione.

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