Forte preoccupazione sulla proposta di riforma dell’Inpgi e assoluta contrariet al pesante taglio dei servizi relativi agli ammortizzatori sociali. Questa la presa di posizione del consiglio direttivo dell’Associazione stampa Toscana, contenuta nel documento che sar illustrato l’8 luglio a Roma dal presidente dell’Ast Sandro Bennucci durante la riunione della giunta esecutiva della Fnsi con i presidenti delle Associazioni territoriali di stampa, e che frutto, si spiega, del contributo di tutte le componenti del sindacato e tiene conto anche delle osservazioni del gruppo dei pensionati. Per il direttivo dell’Ast prioritaria la strada di indurre gli editori ad un processo di inclusione contrattuale delle migliaia di collaboratori nella consapevolezza che solo cos si potr contribuire a riportare in equilibrio i conti dell’Istituto. Per l’Ast le maggiori criticit vengono riscontrate nel rischio di uno squilibrio di cui soffrirebbe una intera generazione professionale, quella di chi ha tra i 50 – o poco meno – e i 60 anni. Su di essa ha poggiato per almeno due decenni gran parte della contribuzione e si troverebbe adesso vittima del gioco dell’asticella che si alza progressivamente e diventa irraggiungibile. Si tratta di una generazione che entrata nella professione con difficolt e spesso a non giovanissima et e che lontana da alcune cifre della riforma, assolutamente astratte dalla realta’ sociale e professionale. Va evitato che si riproduca la stessa paradossale situazione determinata per alcune ristrette fasce di et dalla deleteria riforma Fornero, introducendo a questo scopo un allargamento delle clausole di salvaguardia che rendano progressiva l’attuazione delle riforma che comunque deve prevedere formule di accesso alla pensione per chi in prossimit dell’et pensionabile. Per il direttivo allo stesso modo va evitato che si riproduca il fenomeno degli esodati’, cio colleghi che hanno gi raggiunto accordi di uscita e che si troverebbero con il nuovo regime privi di stipendio e di pensione per anni. Inoltre va prevista una particolare salvaguardia per i giornalisti delle imprese radiotv che non hanno mai potuto accedere alla legge 416 e, per i contributi di solidariet , una progressione che tuteli maggiormente le fasce di reddito pi deboli, fino a 40-50mila euro, e contemporaneamente evitare una eccessiva penalizzazione attraverso il cumulo di prelievi delle fasce sopra i 90mila. Per l’Associazione poi va assolutamente difeso l’attuale impianto degli ammortizzatori sociali e con esso lo spirito solidale mutualistico dell’Istituto, anche in considerazione del fatto che la loro incidenza sui conti dell’Inpgi ben lontana da quella ad esempio esercitata sull’Inps. Non possono essere i colleghi meno garantiti a pagare i costi della riforma. Il Consiglio direttivo dell’Ast, infine, segnala la fragilit dell’impianto di contributi a carico dei colleghi pensionati che fortemente esposto al rischio di ricorsi alla Corte Costituzionale e al loro successo. La riforma si configurerebbe cos come una consapevole ‘operazione suicida’ che lascerebbe sulle spalle dei soli giornalisti in attivit e dei colleghi meno garantiti il peso della sostenibilit dei conti dell’Inpgi. (ANSA).
20 2 minuti di lettura