Flc Cgil, da Bianchi scelte concrete sulla scuola. Da Messa riflessione su ruolo autonomia universitaria

“Esprimiamo stima per la persona e facciamo i migliori auguri di buon lavoro. Con il nuovo ministro vi sono state più occasioni di confronto, ma attendiamo ora scelte politiche concrete. Verificheremo, in primo luogo, se alle parole del presidente Draghi sulla strategicità della scuola in questo periodo così difficile seguiranno provvedimenti e iniziative conseguenti”. Così la Flc Cgil nell’augurare buon lavoro al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Per la Flc Cgil “è prioritario ripristinare un governo unitario e nazionale del sistema di istruzione profondamente lacerato da scelte locali su tematiche fondamentali come la chiusura e l’apertura delle scuole o gli interventi a gamba tesa sulla didattica a distanza, che hanno comportato pesanti conflitti istituzionali e accresciuto le diseguaglianze. Si tratta di ferite – spiega il sindacato in una nota – che il nuovo ministro e lo stesso Draghi devono contribuire a rimarginare in fretta. E’ necessario mettere in campo tutte le azioni necessarie per un ritorno in presenza e in sicurezza delle attività scolastiche. Ciò significa: fare chiarezza sui dati del contagio da coronavirus nelle scuole delle varie regioni; pianificare un programma di screening periodico del personale della scuola anche e soprattutto per i rischi connessi al diffondersi delle nuove varianti; dare priorità a tutti gli interventi di prevenzione necessari, a partire dalla campagna vaccinale, tenendo ben presente che circa 450 mila lavoratori della scuola hanno dai 55 anni in su; creare presidi sanitari in ogni scuola; ampliare il trasporto scolastico dedicato; aggiornare i protocolli di sicurezza sottoscritti con le organizzazioni sindacali”, fa sapere la Flc Cgil.
“Chiederemo al professor Bianchi un nuovo impegno per reperire ulteriori risorse – spiega la Flc Cgil – per il rinnovo del contratto nazionale che sia coerente con le affermazioni più volte espresse sulla centralità del sistema di istruzione e dei lavoratori che vi operano. E’ inoltre necessario progettare gli interventi necessari e coerenti con la visione della scuola come la più grande infrastruttura sociale dell’Italia: stabilizzazioni, riduzioni di alunni per classe, ampliamento degli organici e del tempo scuola, istituzioni governabili per numero di alunni e di plessi e, nel secondo grado, leggibili per l’omogeneità dell’offerta formativa erogata, estensione dell’obbligo scolastico dai 3 ai 18 anni. Queste – si legge in una nota – alcune delle piste di lavoro. Ma per fare tutto questo occorrono risorse molto significative a partire dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dalle risorse del bilancio nazionale. Questo sarà un ulteriore banco di prova per il nuovo ministro. Chiediamo che venga riaffermata la centralità dell’intervento dello Stato contro qualsiasi tentativo di privatizzazione di parti del sistema, a garanzia dei principi costituzionali di uguaglianza formale e sostanziale nell’accesso a tutti i livelli dell’istruzione”, conclude la Flc Cgil.
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Flc Cgil. Cristina Messa, ministra di Università, Ricerca e AFAM. Auguri di buon lavoro ma necessari grandi investimenti, una governance nazionale e la centralità del sistema pubblico.

Maria Cristina Messa, professoressa ordinaria di Diagnostica per immagini e radioterapia, è la nuova ministra dell’università e della ricerca. L’augurio e l’auspicio della FLC CGIL per la soluzione dei problemi della Ricerca pubblica italiana, dell’Università e dell’Alta Formazione Artistica e Musicale allo scopo di contribuire ad accrescere la consapevolezza del ruolo fondamentale di questi settori per lo sviluppo del Paese. Abbiamo avuto modo di confrontarci sia nella sua veste di vicepresidente del CNR sia come Rettrice dell’Università degli studi di Milano-Bicocca, soprattutto riguardo al tema della stabilizzazione dei precari. Ora però è il tempo delle scelte politiche.
Innanzitutto è necessario affrontare il tema della pandemia in corso avendo una visione unitaria dei problemi e prevedendo un protocollo d’intesa nazionale sulla gestione dell’emergenza. Quanto avvenuto in questi mesi, con differenze incredibili nelle istituzioni e negli enti sulle modalità di effettuazione della prestazione lavorativa o sulla ripresa delle attività didattiche, non è più tollerabile. Per l’Università e gli EPR è urgente e non più eludibile l’aumento progressivo e consistente del finanziamento strutturale che recuperi gli ingenti tagli di risorse, i fondi per il diritto allo studio, il superamento del precariato e un piano pluriennale di reclutamento del personale, nel segno della valorizzazione professionale, della flessibilità nella costituzione e utilizzo del salario accessorio e della inclusività nel Contratto Nazionale. Respingiamo il tentativo sempre più evidente di rendere subalterno al mondo dell’impresa il sistema nazionale della formazione superiore e della ricerca. Al contrario, riteniamo assolutamente fondamentale per il rilancio del Paese un proficuo utilizzo delle risorse a disposizione, a partire dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Nell’Università si pone la necessità di avviare un bilancio delle riforme degli ultimi trent’anni ed una riflessione sul ruolo ed il valore dell’autonomia universitaria. In questo senso appare necessario confermare e rilanciare l’impianto nazionale del sistema universitario, modificando radicalmente la legge 240 del 2010, l’impianto meritocratico del sistema di valutazione universitario, i criteri di redistribuzione delle risorse. Nella Ricerca va superata la distinzione tra gli Enti di ricerca vigilati dal Mur e gli Enti vigilati da altri ministeri. Occorre pensare ad una governance unitaria per favorire il rapporto tra Ricerca e Sviluppo e quindi per dare un contributo al cambiamento della specializzazione produttiva del Paese, orientandola sui grandi bisogni sociali del nostro tempo. Per l’Alta Formazione Artistica e Musicale chiediamo che si mantenga una linea di continuità con quanto previsto nell’ultima legge di bilancio in cui sono stati avviati, dopo decenni di abbandono, ampi e condivisi processi di investimento nel sistema nazionale e statale.
Anche alla luce di queste nostre proposte, porgiamo alla prof.ssa Messa i migliori auguri di buon lavoro.

 

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