?? stata un?assemblea difficile, dove la tensione e l?esasperazione dei lavoratori ha rischiato di sfociare in azioni dimostrative immediate contro l?azienda. Se continua cos, meglio dirlo prima che succeda: Seves diventer un problema d?ordine pubblico e la colpa sar interamente a carico dell?azienda e del suo gruppo dirigente?. A parlare Luca Paoli, segretario generale della Filcem Cgil di Firenze, a margine dell?assemblea svoltasi ieri presso la mensa dell?azienda multinazionale di vetro mattoni.Sindacati e Rsu hanno presentato la proposta di mediazione del Comune di Firenze per trovare un accordo e, soprattutto, una soluzione alla crisi di Seves. ?Crisi finanziaria, beninteso ? continua Paoli ? e indotta da madornali sbagli del management perch giova ricordare che sul piano industriale Seves azienda sana, con un prodotto di ottima qualit ed eccellenti professionalit nella tecnologia del vetro mattone. I lavoratori stanno facendo sacrifici da cinque mesi ma adesso chiedono sacrosante garanzie per il loro futuro. Non accettano di rassegnarsi a un malinconico futuro da cassaintegrati?.Garanzie che, tradotte dal gergo sindacale, significano investimenti e una data certi per il nuovo forno entro il 2009 (invece del settembre 2010, come proposto dall?azienda), la fine della cassa integrazione e la riduzione delle eccedenze di magazzino sempre entro il 2009, rifiuto dei diciannove licenziamenti. In sintesi: impegni concreti e verificabili per la permanenza dell?attivit e degli attuali 173 posti di lavoro a Castello.?Purtroppo si annusa una brutta aria ? precisa Paoli ? quell?aria di chi cerca di prendere tempo per organizzarsi e spostare le produzioni fiorentine nella Repubblica Ceca, dove peraltro, nonostante i ripetuti tentativi, la qualit del vetro mattone molto inferiore a quella di cui sono capaci a Castello?. Le maggiori preoccupazioni emerse dall?assemblea sono per l?appunto concentrate sulla volont di portare all?estero la qualit e il know how della Seves fiorentina, seguendo una logica esclusivamente finanziaria dettata da Ergon e Vestar, i due fondi d?investimento subentrati nel 2006 e soci di maggioranza. Nel frattempo, dopo aver minacciato di occupare lo stabilimento a tempo indeterminato, sono state proclamate nuove ore di sciopero in attesa del nuovo incontro in Comune, previsto per il prossimo 3 giugno.
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