Fiom Cgil Toscana, permane un quadro di instabilitˆ nel gruppo Kme. Braccini, valutiamo iniziative

Permane un quadro di instabilitˆ economica nel gruppo ed un calo degli ordinativi, accompagnato da un aumento dellÕutilizzo della cassa integrazione. La Fiom, nel chiedere un incontro allÕazienda, valuta anche necessario proclamare iniziative a tutela delle garanzie occupazionali ed in difesa dei siti produttivi.In data odierna si  riunito il coordinamento sindacale nazionale Fiom Cgil del gruppo Kme in remoto per esaminare lo stato della situazione aziendale degli stabilimenti in Italia.Permane un quadro di instabilitˆ economica nel gruppo ed un calo degli ordinativi, accompagnato da un aumento dellÕutilizzo della cassa integrazione.Durante la fase della crisi dovuta al Covid non  stato possibile concordare un protocollo di gruppo sulla sicurezza con lÕazienda, benchŽ abbiano informato costantemente le Rsu sulle misure che intendevano applicare.A Fornaci di Barga 35 lavoratori sono collocati a zero ore in cassa integrazione, non rispettando lÕaccordo del 22 ottobre 2018 che prevedeva almeno 8 giorni di attivitˆ lavorativa minima mensile.La societˆ SCT di Serravalle Scrivia, dopo il passaggio della Kme Brass ai cinesi, sembrava che anchÕessa venisse ceduta, ma ad oggi questa operazione non sembra concretizzarsi, creando cos“ ulteriore incertezza tra i lavoratori.Nel settore delle Lingottiere a Fornaci di Barga si registra un calo drastico degli ordinativi e vorremmo comprendere meglio i livelli di produzione complessivi specifici di questa lavorazione anche negli altri stabilimenti del gruppo Kme.Abbiamo ben chiaro che la crisi dovuta allÕemergenza sanitaria ha rallentato le produzioni in tutti i settori e che la metallurgia ne stia risentendo, ma per quanto riguarda Kme erano anni che si registravano flessioni produttive e utilizzo di ammortizzatori sociali.Altres“, la ciclica stagionalitˆ riguardo il settore del rame per questÕanno non sembra stia decollando.In questo quadro non appare palese la missione industriale futura del gruppo e dei suoi assetti strategici.Il gruppo Kme in Italia deve ritornare ad essere autonomo sia dal punto di vista produttivo che economico rispetto agli altri stabilimenti del gruppo, in particolare modo nel rapporto tra gli stabilimenti italiani e quelli tedeschi.Questo necessita di ulteriori impegni finanziari ed investimenti da parte della proprietˆ in Italia e chiarezza sul mantenimento di tutti gli stabilimenti.Le lavoratrici ed i lavoratori del gruppo Kme vivono nellÕincertezza lavorativa da troppi anni e serve un chiaro piano di prospettiva che lasci intravedere un percorso volto al ritorno ad una condizione di stabilitˆ.Riteniamo che il settore metallurgico debba risentire della massima attenzione da parte del Governo come quello siderurgico, e che non vadano esclusi possibili interventi pubblici, ben sapendo che senza un piano industriale di prospettiva nessun intervento di sostegno sarebbe possibile.La Fiom, nel chiedere un incontro allÕazienda, valuta anche necessario proclamare iniziative sindacali a tutela delle garanzie occupazionali ed in difesa dei siti produttivi.Massimo Braccini, coordinatore nazionale Fiom gruppo Kme

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