Fiom Cgil Toscana: Braccini, L’intervento diretto dello stato sulle banche necessario per rilanciare l’economia e il lavoro

?Le banche dovrebbero agire a supporto dell’economia reale ed Š il caso anche di interrogarci su quale economia andrebbe supportata. In Toscana una parte rilevante di grande industria ed il suo indotto rischia di non farcela, senza interventi a rischio ci sono le fondamenta della nostra economia regionale?. Se serve una terapia d’urto che pu• arrivare soltanto da un intervento diretto dello stato nel capitale delle banche, forse Š opportuno ragionare anche su cosa occorre per rilanciare l’economia, l’industria ed il lavoro, i temi sono strettamente intrecciati. Siamo realisti, sappiamo che il tessuto sociale e imprenditoriale sono strettamente intrecciati con il sistema bancario e che non possiamo permetterci il rischio sistemico di un suo fallimento. Al tempo stesso evidenziamo che ogni forma di sostegno pubblico dato al mondo bancario proviene dalle tasche dei cittadini, ne consegue che il sistema bancario deve assolvere il ruolo sociale di supporto a famiglie, economia e impresa, che poi sono i pilastri che lo stanno sostenendo dalla crisi del 2008 ad oggi.Tra il 2008 e il 2010 i governi dell’Unione Europea pare abbiano speso una cifraintorno ai 5.000 miliardi di Euro per salvare le banche, mentre siamo accompagnati da un’economia reale che sempre pi— si fonda sulla disumanizzazione del lavoro.Siamo di fronte ad una crisi strutturale e ci vuole una diversa linea politica e vi sonogravi responsabilit… politiche, gli squilibri tra gli stati membri della UE sonoaumentati, le politiche di austerit… si stanno rilevando fallimentari e stanno colpendoprofondamente i diritti dei lavoratori e dei cittadini.Le banche dovrebbero agire a supporto dell’economia reale ed Š il caso anche interrogarci su quale economia andrebbe supportata. In Toscana una parte rilevante di grande industria ed il suo indotto rischia di non farcela, senza interventi a rischio ci sono le fondamenta della nostra economia regionale. Senza un progetto nazionale di transizione a un diverso modello produttivo, intrecciato con piani di sviluppo regionale, che prevedano passaggi occupazionali transitori e che necessariamente debbono essere accompagnati da investimenti pubblici e privati, siamo destinati solo ad accompagnare una parte importante del tessuto produttivo al declino.Massimo Braccini (segretario generale Fiom Cgil Toscana)

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