Fiom Cgil Firenze Vs Confindustria Empolese Valdelsa: utile confronto che non guardi solo ai profitti d’impresa
Sarebbe utile aprire un confronto fattivo, anche tra i firmatari del Patto per lo sviluppo dell’Empolese Valdelsa, che metta al centro i lavoratori, con il reddito, i diritti e le loro competenze.EÕ nostra intenzione entrare nel merito del dibattito che la Confindustria del circondario Empolese Valdelsa ed altri, hanno lanciato in questi giorni in merito alla situazione che stanno vivendo le aziende e, aggiungiamo noi, anche i lavoratori.In queste prime drammatiche settimane di pandemia, abbiamo vissuto una incertezza normativa data dalla possibilit per le attivit di stare o meno aperte in relazione ai relativi codici Ateco, indicati dal Decreto Ministeriale. Anche tra le associate a Confindustria ci sono state aziende che pur di produrre profitto hanno ÒforzatoÓ il Dpcm ed hanno continuato a lavorare, alcune provando addirittura a modificare il proprio codice Ateco per rimanere aperte. In questa situazione riuscire ad applicare nei luoghi di lavoro il protocollo sulla sicurezza siglato tra governo e sindacati non stato tuttÕaltro che semplice, renderlo esigibile poi stato una fatica. Ci siamo riusciti grazie alla collaborazione coi delegati. Adesso va meglio, ma nei primi giorni si verificata una corsa alla produzione e al profitto e siamo dovuti intervenire per contestarla, anche chiamando in causa le istituzioni per far rispettare la legge e salvaguardare la salute dei lavoratori.Rimangono comunque punti di criticit, pensiamo alla sanificazione degli ambienti di lavoro che raramente stata fatta e che dovr essere garantita prima della riapertura. Su questo vigileremo affinch salute e sicurezza siano temi prioritari della graduale riaperturaInoltre, in questa fase di utilizzo intenso degli ammortizzatori sociali, poniamo la questione della tenuta del reddito. Pure su questo le aziende non hanno mostrato la sensibilit necessaria, lasciando in molti casi i lavoratori senza lÕanticipo del trattamento di cassa integrazione e di fatto senza stipendio. Come Fiom Cgil abbiamo chiesto un intervento di integrazione salariale e di maturazione piena di ratei, ferie, permessi e mensilit aggiuntive che tante aziende non hanno voluto riconoscere. Sono condizioni che determineranno una sofferenza pesante che da aprile avr ricadute sul reddito di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie.Questa sfida oltre allÕoggi riguarda gi il domani, e vale per tutti. La tenuta occupazionale non pu e non deve essere un problema da riversare sulle spalle di una parte del paese, spesso la pi debole. Al divieto di licenziamenti attualmente in vigore, non potr seguire una fase di scarico delle difficolt sui lavoratori. La responsabilit delle imprese, a partire da chi le rappresenta, la valuteremo nel momento in cui cesseranno le misure in vigore. Auspichiamo sin dÕora che la moratoria sui licenziamenti sia prorogata e riguardi anche le situazioni di crisi pregresse, gi presenti sul territorio, come la Bekaert per il Valdarno e la Vibac per lÕEmpolese, che in un momento come questo sono ancor pi vertenze di tutto il territorio. Da li secondo noi si dovrebbe ripartire per creare un sistema nuovo di societ con al centro la persona.Pi che di vecchie ricette e dei proclami apparsi di recente sui quotidiani, occorre senso di responsabilit da parte di tutti. Sarebbe utile aprire un confronto fattivo, anche tra i firmatari del Patto per lo sviluppo dell’Empolese Valdelsa, che non guardi solo ai profitti d’impresa ma metta al centro i lavoratori, con il reddito, i diritti e le loro competenze.Lo dichiarano Stefano Angelini e Maurizio Garofano della Fiom Cgil Firenze