FINE DELLANNO, FINE DEL LAVORO

Da settembre a oggi oltre 100mila lavoratori toscani hanno gi? subito decurtazioni di reddito che vanno dalla riduzione degli emolumenti alla perdita secca dello stipendio, mentre non meno di 30mila atipici rimarranno senza lavoro. L?ultima settimana dell?anno sar? una settimana di passione: per 158mila dei 450mila lavoratori toscani non a tempo indeterminato arriva a scadenza il contratto.Ebbene, si stima che per almeno di 20 per cento di questi lavoratori non ci sar? nessun rinnovo.A fronte di una situazione di straordinaria durezza, l?ipotesi del governo di ricorrere alla settimana corta per scongiurare un?ondata di licenziamenti rappresenta allo stesso tempo una buona e una cattiva notizia per Alessio Gramolati, segretario toscano della Cgil.Quale sarebbe la buona notizia?Solo una – spiega Gramolati – e cio? che finalmente registriamo una svolta: dopo che per mesi si ? continuato a negare la gravit? della crisi. Ma, e questa ? la cattiva notizia, non servono soluzioni che fanno distinzioni tra figli e figliastri?.Si riferisce al fatto che i lavoratori atipici e i dipendenti delle aziende con meno di quindici dipendenti sono esclusi dagli ammortizzatori sociali necessari per gestire la settimana corta?Se non si estendono gli ammortizzatori e non si rifinanzia la cassa integrazione in deroga, gran parte dei lavoratori toscani verranno condannati a sopportare incertezze enormi e a doversi accontentare di un reddito poverissimo. Una ricerca di Unioncamere ha evidenziato che un quarto delle aziende toscane ? pronta a ridurre l?occupazione o addirittura a chiudere i battenti: tutto ci? pone un problema enorme, anche se spero che quelle manifestate dagli imprenditori siano preoccupazioni e non decisioni?.Un ulteriore impoverimento dell?apparato produttivo toscano cosa potrebbe comportare?Da settembre a oggi oltre 100mila lavoratori toscano hanno visto diminuire in maniera sensibile il proprio reddito, come nel caso di chi ? stato messo in cassa integrazione o in mobilit?, oppure hanno perso il posto di lavoro, com?? accaduto a chi ? stato licenziato o a quei precari che non sono stati stabilizzati. Sotto i colpi della crisi a pagare saranno i lavoratori pi? anziani e quindi pi? difficilmente ricollocabili e le donne, ma soprattutto si rischia di depauperare il sistema produttivo da quel capitale di conoscenze e di capacit? che rappresenta la vera ricchezza delle aziende. E non si tratta solo di un problema di carattere sociale, perch? quando la ripresa comincer? a materializzarsi, le imprese che avranno perso gran parte del proprio capitale umano avranno maggiore difficolt? a ripartire. A fronte di questa situazione, il governo si ? mosso tardi e dopo aver messo in campo strumenti sbagliati, come gli incentivi agli straordinari. Cos come ? stato un errore non detassare le tredicesime?.La proposta della settimana corta rappresenta una svolta positiva?Sulla settimana corta siamo disponibili a un confronto a patto che non si facciano figli e figliastri?.In che senso?Non possiamo escludere dagli ammortizzatori sociali i lavoratori atipici e le piccole imprese, penalizzeremmo larga parte dei lavoratori toscani e ci? rappresenterebbe al tempo stesso un?ingiustizia e un danno. Secondo le nostre stime, assolutamente prudenziali, per almeno 30mila atipici da qui a pochi giorni non ci sar? pi? un contratto di lavoro. Occorre quindi trovare degli strumenti che possano garantire quei settori, penso ad esempio al commercio, che altrimenti resterebbero scoperti. L?ipotesi avanzata dal governo va bene per una parte dell?apparato produttivo, ma da sola non basta?.Quali sono le soluzioni da adottare?La settimana corta va bene per cominciare, ma non ? sufficiente. Per capire cosa fare basta prendere ad esempio quanto stiamo facendo insieme alla Regione Toscana: non c?? un intervento tra quelli che abbiamo concordato che non riguardi tutti i protagonisti del mercato del lavoro. Poi, occorre far ripartire al pi? presto gli investimenti pubblici. Tutti i cantieri che possono essere aperti in tempi rapidi devono partire gi? nel 2009, superando visioni localistiche e campanilismi?.Intervista di Carlo Bartoli pubblicata su Il Tirreno” del 27 dicembre 2008″

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