Fillea e Legambiente: un piano per il dopo emergenza

Riconvertire 30.000 condomini allÕanno dal punto di vista energetico. In numeri: 430mila posti di lavoro diretti, 37 miliardi di investimenti diretti e indiretti, 900 milioni di entrate per le casse previdenziali, un risparmio di 620 euro in bolletteEntro il 2025 riconvertire 30.000 condomini allÕanno dal punto di vista energetico. Che significa in numeri: 430mila posti di lavoro diretti, 37 miliardi di investimenti diretti e indiretti, 900 milioni di entrate per le casse previdenziali, un risparmio per le famiglie in bollette di circa 620 euro l’anno ad alloggio, un aumento dei valori immobiliari stimato tra un +5% e un +15%. Questo il piano per il dopo emergenza pensato da Fillea e Legambiente.Questo piano per lÕambiente, comporterebbe una riduzione delle emissioni di CO2 di 840.000 tonnellate annue e un taglio dei consumi di gas di 418,5 milioni di metri cubi lÕanno. Il tutto senza appesantire di nemmeno un euro in pi il debito pubblico italiano, visto che si tratta soltanto di migliorare, riorganizzare, rifinanziare e potenziare una serie di strumenti fiscali – i bonus ambientali e antisismici – giˆ in vigore.Si tratta di un piano in sei punti, vantaggioso per i cittadini, per l’occupazione, per le casse dello Stato e per l’ambiente, spiega Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil. Che prosegue “é un piano che cammina su due gambe forti, una  la sostenibilitˆ, l’altra  la qualitˆ del lavoro e dell’impresa. E proprio per spingere sulla qualitˆ proponiamo che tutti gli incentivi fiscali vengano subordinati alla dimostrazione di utilizzo di lavoro regolare e del corretto contratto collettivo nazionale di Lavoro (e relativi versamenti ad Inps, Inail e Casse Edili), contro ogni forma anche di dumping contrattuale”.”Potremmo uscire da questÕemergenza cambiati – prosegue Genovesi – ma se sarˆ in meglio o in peggio dipende dalle scelte che faremo nei prossimi mesi, in particolare dalle scelte di politica industriale che farˆ il Governo, il quale dovrˆ scegliere quale strada prendere: quella suggerita da chi pensa che la ricostruzione dell’apparato produttivo e il rilancio dellÕeconomia passi per la vecchia ricetta ‘meno regole, meno tutele, meno attenzione a diritti e ambiente’ o quella che propone – come noi e Legambiente – di scommettere su pi sostenibilitˆ ambientale, sulle nuove professioni del greenbuilding, sulla qualitˆ del lavoro e dell’impresa, migliorando strumenti che hanno giˆ ben funzionato come lÕecobonus, il sismabonus e il bonus facciate possiamo rimettere in moto il settore dellÕedilizia e delle costruzioni.”Per Edoardo Zanchini, presidente di Legambiente Òbisogna rispondere a chi dice che ora si deve ripartire alla vecchia maniera, magari come vuole Giorgia Meloni bloccando il Green New Deal europeo, e a chi vuole ani ora una volta puntare su grandi opere che arriveranno solo tra cinque anni. Se vogliamo unÕuscita accelerata dalla crisi dobbiamo far ripartire tutto il Paese con tante Ôopere diffuseÕ che fanno bene allÕeconomia, al Paese, e danno un un beneficio diretto e strutturale alle famiglieÓ.”

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