FIAT: EPIFANI, PRONTI A PIU’ TURNI DI LAVORO MA SOLO PER OCCUPAZIONE

‘Siamo pronti a trattare con Marchionne ma non sotto minaccia perche’ la CGIL non ha mai detto di no all’aumento dei turni di lavoro se serve a difendere l’occupazione. Guglielmo Epifani, leader della CGIL, in un’intervista a La Repubblica, accetta la sfida lanciata dall’amministratore delegato della FIAT. Nessun tabu’ ma neanche un si’ acritico alle proposte del Lingotto.Epifani dice di non essersi sentito il convitato di pietra all’assemblea degli azionisti Fiat, visto che secondo l’Ad del Lingotto il futuro degli stabilimenti italiani dipendera’ dalla disponibilita’ del sindacato sulla flessibilita.Ho pensato, piuttosto, che l’insistenza di Marchionne sugli investimenti in Italia e sul raddoppio della produzione nelle nostre fabbriche fosse una risposta proprio alle preoccupazioni della CGIL.ÿPreoccupazioni che rimangono? Dico che siamo di fronte a una svolta potenziale. L’auto che si stacca dal resto del gruppo e’ una novita’.Una novita’ positiva? Si’, vuol dire che ogni settore industriale dovra’ contare sulle proprie forze. Ora ciascuno punta sul proprio core business. E’ una scelta giusta che responsabilizza prima di tutto le imprese. Le costringe a investire sulla qualita’. Ma qui c’e’ anche il vero punto interrogativo, almeno per quel che riguarda l’auto: riuscira’ Marchionne a fare di due debolezze, FIAT e Chrysler, un forte player globale? Credo che ci vorra’ una strategia di alleanze per rafforzare la massa critica in Europa e per penetrare nei mercati asiatici.Marchionne vi chiede di uscire dalle vecchie liturgie, di definire un accordo che consenta l’applicazione del piano. La CGIL dice si’ o no? Io dico che il sindacato deve saper raccogliere questa sfida, ma anche che questa sfida non va subita. Per questo non mi piace il lato B di Marchionne.Ritiene superato il rischio di esuberi? Restano diverse incertezze che riguardano la componentistica e Termini Imerese, per il quale va trovata una soluzione coinvolgendo la FIAT. Poi c’e’ ancora tanta Cassa integrazione. Il futuro partira’ solo dal 2014. In mezzo c’e’ un mare da attraversare per riconquistare un mercato niente affatto facile. Infine manca una politica industriale.Cosa potrebbe fare il governo? Almeno un piano di sostegno per l’innovazione e la ricerca sui motori a basso impatto ambientale.asca

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