Edilizia: deregolamentare non serve. No emergenza cavallo troia contro lavoratori e imprese serie

Fillea e Cgil contro i tentativi pi o meno espliciti di stravolgere il Codice degli appalti, grazie al quale si  avuto un aumento delle progettazioni e un concreto avvio dell’esecuzione dei cantieri”. S“ a manutenzione ordinaria delle normeGiusto far partire i cantieri e “spendere bene e presto le risorse stanziate” per creare lavoro e sviluppo, soprattutto oggi, in questa situazione d’emergenza. Tuttavia l’emergenza sanitaria non pu˜ essere un cavallo di Troia per colpire “lavoratori e imprese serie”. Cos“ in una nota Fillea e Cgil che, anzi, rimarcano come non si possono “cambiare le regole, come quelle contenute nel Codice degli appalti, su cui da tempo chiediamo una sempre pi puntuale applicazione in materia di trasparenza, contrasto al lavoro irregolare, superamento del massimo ribasso e del subappalto, rivendicando diritti, tutele e sicurezza per i lavoratori e combattendo la criminalitˆ.ÓÒNonostante tutti i dati confermino che, dopo un periodo di fisiologico rodaggio del Codice degli Appalti, varato nel 2016, si  avuto un aumento delle progettazioni e un concreto avvio dell’esecuzione dei cantieri, – prosegue la nota – oggi in molti, spinti dallÕaggravamento della congiuntura economia a causa dellÕemergenza Coronavirus, pensano che per accelerare la spesa occorra congelare il Codice degli appalti e procedere alla nomina dei commissari straordinari su centinaia di opereÓ.Se cos“ fosse, per Cgil e Fillea di fatto Òsi assisterebbe ad una totale liberalizzazione degli appalti, con la massima discrezionalitˆ, una lesione della corretta concorrenza e soprattutto un indebolimento delle tutele dei lavoratori e degli strumenti di contrasto alle infiltrazioni criminaliÓ. Lo stesso riferimento al modello Genova, si precisa conti alla mano ҏ in gran parte sbagliato, perchŽ agito in un contesto particolare e con urgenze legate a fattori specifici dalla necessitˆ di garantire funzionalitˆ al sistema portuale connesso alla presenza di operatori di livello internazionale, di cui uno a partecipazione pubblica, con variazioni di costo dellÕopera finora stimati in +27% rispetto ai costi standard”.Insomma, estendere a tutte le opere il modello Genova, senza operare le dovute attenzioni “rischierebbe, quindi, di aprire pericolose fratture nella regolamentazione senza oltretutto la certezza di favorire il concreto avvio delle opereÓ. Diverso sarebbe Òoperare una manutenzione ordinaria delle stesse norme del Codice con lÕobiettivo di semplificare i processi di progettazione e assegnazione dei lavori, ridurre i Ôtempi di attraversamentoÕ o limitare il cosiddetto Ôsciopero della firmaÕ, limitando il numero e qualificando le stazioni appaltanti e, magari, tornando ad assumere personale tecnico (negli ultimi anni tra Genio Civile, Uffici locali del Territorio, Uffici Lavori Pubblici sono venuti meno 15 mila tra ingegneri, geometri, architetti nellePa), intervenendo sul rischio di danno erariale, contenzioso amministrativo, traffico di influenzeÓ.Su questi punti Òsiamo pronti e disponibili a sostenere tutti gli interventi che il legislatore riterrˆ utili, interventi che dovranno per˜ garantire la trasparenza, la legalitˆ, i diritti dei lavoratoriÓ, concludono Cgil e Fillea Cgil.”

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