E’ un’Italia sempre pi povera, con un esercito di precari che supera i 3,3 milioni di lavoratori e 8 milioni di pensionati che percepiscono meno di 1.000 euro al mese. E’ un’Italia in crisi, con un welfare in affanno, vera vittima sacrificale dell’economia. Un Paese che deve fare i conti con l’aumento della deprivazione materiale (+4,3% tra il 2010 e il 2011) e dei debiti (nei primi nove mesi del 2012 le famiglie indebitate sono passate dal 2,3% al 6,5%) e con una crisi che si abbatte sui pi fragili. E’ un paese che soffre e che talvolta non vede la via d’uscita, tanto che nei primi tre mesi del 2013 i suicidi per presunti motivi economici sono aumentati del 40% rispetto allo stesso periodo del 2012. La denuncia del Rapporto sui Diritti globali 2013, presentato oggi a Roma. In Europa e in Italia serve una netta inversione di tendenza delle politiche economiche, finito il tempo dell’austerit e del rigore dei conti pubblici, avverte nella prefazione al volume, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Nel Rapporto, promosso dalla Cgil in collaborazione con Antigone, Arci, Gruppo Abele e altre associazioni,ci sono tanti indicatori – ha aggiunto il curatore, Sergio Segio, nel corso della presentazione – che ci dicono che la situazione drammatica. Servono alternative di buon senso. 8 MILIONI DI POVERI IN ITALIA – E 15 milioni vivono in stato di deprivazione materiale, si tratta di 1 italiano su 4 – ha sottolineato Segio – nel 2010 erano il 16% della popolazione. Met di questi 15 milioni sono in stato di grave deprivazione. C’ inoltre un record di povert infantile: quasi un bimbo su tre vive in poverta. Il 60,6% degli italiani costretto a metter mano ai propri risparmi per arrivare a fine mese, il 62,8% ha grandi difficolt ad arrivarci e quasi l’80% non riesce ad accantonare un euro. SUICIDI PER MOTIVI ECONOMICI IN AUMENTO – Sono 121 le persone che tra il 2012 e i primi tre mesi del 2013 si sono tolte la vita per cause direttamente legate al deterioramento delle condizioni economiche personali o aziendali: nel 2012 i suicidi sono stati 89, mentre nei primi tre mesi del 2013 32, il 40% in pi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Al di l delle fonti, del rigore e della completezza dei dati, indubbiamente il fenomeno rilevante e dovrebbe preoccupare, ha osservato Segio. OLTRE 3,3 MLN PRECARI, 8 MLN PENSIONATI CON MENO MILLE EURO – I precari guadagnano in media 836 euro al mese, hanno un diploma di scuola superiore (46%), lavorano per lo pi nel Mezzogiorno (35,18%) e nell’Amministrazione pubblica (34%). L’occupazione ferma a 23 milioni: crollata per la popolazione tra i 15 e i 24 anni (35,5% sono disoccupati nel 2012) e per le donne (sono occupate il 47,1% delle donne contro il 66,1% degli uomini). Per quanto riguarda invece i pensionati, su un totale di 16,7 milioni, quasi 8 milioni percepiscono meno di 1.000 euro al mese, oltre 2 milioni meno di 500 euro. A tutto ci si aggiunge il ritardo delle imprese: bassa domanda, poca ricerca e innovazione, scarsi investimenti – si legge nel Rapporto – determinano la caduta della produttivit e la spirale del declino italiano. Il governo Letta – osserva Segio – non pare certo rispondente all’ampio disagio emerso dalle urne. EMERGENZA CASA, ITALIA INVESTE POCO – Il Paese investe in diritto alla casa lo 0,1% della spesa sociale, contro la media Ue del 2%, e ha tagliato del 95%, in 10 anni, il fondo che sostiene l’affitto (da 360 milioni di euro a 9,8 milioni): dei 290 mila sfratti emessi negli ultimi cinque anni, ben 240 mila sono per morosit , con la previsione di un incremento di 150 mila nel prossimo triennio. WELFARE ‘VERA VITTIMA SACRIFICALE’ – A partire dal 2012 a pagare i tagli in modo incisivo sono stati i trasferimenti agli enti locali e dunque il welfare (meno 2,2 miliardi nel 2013), scrive il Rapporto. Nel 2010-2011 i bambini tra 0-2 anni che hanno la possibilit di frequentare un servizio pubblico per l’infanzia non superano l’11,8%, solo +3% sul 2004. Aumenta inoltre il denaro che gli italiani devono sborsare di tasca propria per le spese sanitarie: nel 2011 raggiunge i 2,8 miliardi, l?1,76% del Pil e il 17,8% di tutta la spesa. L’austerity la condanna a morte dei pi poveri – ha concluso Segio – bisogna cambiare le carte in tavola.(di Alice Fumis)(ANSA)
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