Direttivo Cgil: a settembre assemblee, l’8-9 ottobre manifestazione

“Profonda preoccupazione per la condizione di crisi sociale, economica e politica che colpisce il paese e che rischia di acutizzarsi nei prossimi mesi”. L’ordine del giorno del Direttivo Cgil nazionale: “Occorrono 5 azioni prioritarie: aumentare i salari e riformare il fisco, stop alla precarietà e riduzione degli orari di lavoro, legalità e sicurezza sul lavoro, nuovo stato sociale in particolare a partire da sanità e istruzione e non autosufficienza, politiche di sviluppo e nuovo intervento pubblico”. A settembre assemblee nei territori e nazionale, l’8-9 ottobre manifestazione nazionale a un anno dall’assalto squadrista alla sede in Corso Italia

Ordine del giorno Comitato Direttivo Cgil nazionale, 28 luglio 2022

Il Comitato Direttivo Cgil approva la relazione del segretario e le sue conclusioni e assume il
dibattito. Il Comitato Direttivo della Cgil esprime profonda preoccupazione per la condizione di crisi sociale, economica e politica che colpisce il paese e che rischia di acutizzarsi nei prossimi mesi. Il prolungarsi del conflitto in Ucraina e l’assenza di iniziative per affermare il cessate il fuoco e avviare la strada diplomatica e politica verso la pace non può che confermare la condanna netta espressa dalla nostra organizzazione e il rifiuto della corsa verso il riarmo.
Gli effetti economici e sociali che il conflitto sta determinando in Europa e nel nostro paese, stanno mettendo in crisi la debole ripresa determinata dalle conseguenze della pandemia da Coronavirus ancora in corso.
Il primo effetto tangibile è stato l’aumento dell’inflazione che sta spingendo verso l’alto i prezzi, essenzialmente per l’aumento dei beni energetici. Proprio l’energia e il suo approvvigionamento nei prossimi mesi, condizionato dalla dipendenza del gas russo, rischia di determinare l’innesco di un ulteriore peggioramento della condizione economica e sociale.
Gli effetti di questo quadro si scaricano sui salari, già impoveriti, di lavoratori e lavoratrici e
sui redditi dei pensionati e delle pensionate. A ciò si aggiunge la condizione di precarietà che rappresenta la radice fondamentale dell’impoverimento salariale, oltre che della condizione di arretramento di diritti e tutele e la bassa crescita di nuovi posti di lavoro di qualità. Inoltre va sottolineato anche l’aumento della povertà assoluta che ha raggiunto quasi il 10% della popolazione.
E’ in questo quadro difficile e complesso, che si colloca la crisi politica del Governo e le dimissioni del Presidente del Consiglio, con l’indizione delle elezioni politiche del prossimo 25 settembre, crisi che non risponde alle necessità e ai bisogni delle persone in questa fase e di cui abbiamo preso atto.
Questa condizione che sta ridisegnando la geografia politica del nostro paese e che rende esplicita la profonda crisi delle istituzioni non può che preoccupare la nostra organizzazione, che ha bisogno di avere un Governo e un Parlamento nel pieno delle loro funzioni per esercitare il proprio ruolo di rappresentanza generale. La Cgil giudica i Governi dal merito, dalle misure che assumono dalle risposte che offrono, ciò non significa affermare indifferenza ma esercitare il nostro ruolo di sindacato generale e confederale con autonomia nel modo più efficace per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle persone che rappresentiamo. In questa fase difficile e straordinaria, la nostra organizzazione, allo stesso tempo, non può che confermare le proprie radici, il suo saldo ancoraggio ai valori costituzionali e alla loro difesa compreso il contrasto alle idee e ai programmi razzisti e xenofobi, riaffermare la centralità del lavoro e della giustizia sociale, quale strumento di emancipazione della condizione delle persone e l’affermazione di una visione alternativa di società, di trasformazione sociale che si fonda sui diritti nel lavoro, sui diritti civili e sull’inclusione, su uno stato sociale forte che contrasti le disuguaglianze economiche e sociali, su un fisco progressivo che abbia funzione redistributiva, su un modello di sviluppo che si fondi sulla cura delle persone e dell’ambiente e non privilegi il profitto e l’incuria.
Per queste ragioni il CD afferma l’urgenza di risposte concrete e tangibili all’impoverimento di salari e pensioni, alla svalorizzazione del lavoro e alla necessità di creare nuova occupazione di qualità, all’accesso universale ai diritti di cittadinanza, sanità e istruzione, alle crisi industriali in atto e alle sfide del cambiamento e della crisi climatica e della riconversione verde e alla trasformazione digitale. Il confronto con il Governo, attualmente in carica per gli affari correnti, e le prime risposte che sono state offerte nell’incontro del 27 luglio scorso vanno nella direzione giusta. E’ necessario superare la logica dei bonus e intervenire con robuste misure che abbiamo la potenzialità a divenire strutturali, oltre alla necessità di integrare le risorse disponibili con un intervento aggiuntivo sugli extra profitti.
Allo stesso tempo il nostro giudizio verrà definito solo alla luce delle risorse che saranno messe in campo e alla capacità degli strumenti di tutelare tutte le condizioni e le tipologie di lavoratori. Queste prime misure non esauriscono le risposte alla complessità della crisi sociale. Per queste ragioni è necessario intensificare le iniziative a sostegno delle cinque azioni prioritarie: aumentare i salari e riformare il fisco, stop alla precarietà e riduzione degli orari di lavoro, il filo della legalità e la sicurezza sul lavoro, nuovo stato sociale in particolare a partire da sanità e istruzione e non autosufficienza, politiche di sviluppo e nuovo intervento pubblico. Sono le cinque grandi vertenze che accompagneranno l’iniziativa della nostra organizzazione nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Su queste basi occorre accelerare la definizione delle nostre proposte per la prossima legge di bilancio da rendere pubbliche e sulle quali costruire iniziativa.
In questa direzione, il Comitato Direttivo impegna – nel mese di settembre – le strutture territoriali confederali e di categoria a convocare assemblee nei luoghi di lavoro e assemblee ed iniziative nei territori e dà mandato alla segreteria nazionale di organizzare una assemblea nazionale dei delegati e delle delegate all’aperto e degli attivisti e attiviste Spi e mettere in campo una iniziativa pubblica sul Piano per la giusta transizione e per la riconversione verde ed una iniziativa pubblica sul Mezzogiorno.
Inoltre dà mandato alla Segreteria Nazionale di organizzare nei giorni 8 e 9 ottobre, ad un anno dall’attacco squadrista e fascista alla sede della CGIL, una manifestazione nazionale finalizzata a dare continuità alle ragioni delle iniziative di mobilitazione messe in campo a partire dallo sciopero generale dello scorso 16 dicembre e alla manifestazione del 18 giugno scorso, per affermare i contenuti delle piattaforme unitarie e delle vertenze sopra indicate. In quelle stesse giornate il Comitato Direttivo impegna le strutture a definire iniziative territoriali diffuse – tenendo aperte le Camere del lavoro – e impegna la segreteria nazionale ad organizzare una iniziativa internazionale, finalizzata a ribadire i valori costitutivi dell’Unione europea e il valore della nostra Carta costituzionale nata dalla lotta di resistenza che ha sconfitto fascismo e nazismo, insieme alla rete delle organizzazioni sindacali europee e mondiali e le associazioni che hanno sostenuto la manifestazione di Cgil Cisl e Uil di Piazza San Giovanni del 16 ottobre 2021, anche al fine di costruire una grande rete democratica e antifascista, europea e mondiale fondata sul lavoro.

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