DEF: CGIL, TESTO SBAGLIATO. SERVE PROFONDO CAMBIO DI ROTTA

L’analisi della crisi, degli squilibri macroeconomici e dell’evoluzione del contesto economico, finanziario e sociale, a livello nazionale come internazionale, nonche’ il quadro delle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica, sono complessivamente sbagliati. E’ il giudizio della Cgil sul Def contenuto nel testo consegnato oggi dal sindacato presso le Commissioni speciali di Senato e Camera, in seduta congiunta, in occasione dell’audizione sul documento di economia e finanza.Nel mirino del sindacato le scelte all’insegna dell’austerita’, tutte a scapito della crescita, dell’equita’, della coesione sociale, del lavoro, che dovranno essere riviste e ridefinite dal prossimo Governo e nel segno di un cambio di rotta profondo.Nel ricordare il ‘Piano del Lavoro’ presentato dalla Cgil lo scorso mese di gennaio, fondato su un cambiamento della politica economica e su un ventaglio di riforme necessarie, a livello nazionale e sovranazionale, per ritrovare la via alta della crescita e dello sviluppo in corrispondenza dell’obiettivo di piena, buona e sicura occupazione e di ‘lavoro dignitoso’, nella nota consegnata oggi in audizione si critica il Def: Sembra – si legge – piu’ una giustificazione delle azioni compiute dal Governo che un vero e proprio documento programmatico per il futuro; rimanda tutto al prossimo Governo cercando di accreditare l’idea proposta da Mario Draghi che sia stato inserito il ‘pilota automatico’, pilota automatico di un volo, pero’, che va nella direzione sbagliata.Secondo la Cgil, nel Def non si vedono ne’ i necessari mutamenti strutturali verso nuovi investimenti e creazione di lavoro, ne’ la volonta’ di aggredire le emergenze sociali, a partire dalla garanzia per gli ammortizzatori sociali e dagli esodati. Per questo la Cgil, unitamente a Cisl e a Uil, ritiene necessario ed urgente individuare una normativa ad hoc per far si che non si interrompano dopo il 31 luglio i tanti contratti di tipo precario nelle pubbliche amministrazioni. Al contrario sono invece riproposte le vecchie ricette dei ‘tagli lineari’, liberalizzazioni e l’accanimento verso il lavoro pubblico, riducendone occupazione e reddito.In conclusione la Cgil sostiene la necessita’ di un cambio di rotta profondo per assumere l’idea di una nuova ‘Grande trasformazione’ del modello di sviluppo, fondando la nuova crescita proprio sulla creazione di lavoro e sulla sua valorizzazione, in contrasto con un Def in linea con una politica cieca che aggrava la spirale della crisi e dal carattere molto autoreferenziale che non toglie i dubbi sulla necessita’ di aggiustamenti ed, ancor di piu’, ci propone un insufficiente profilo di crescita tale da aggravare le preoccupazioni sulle conseguenze derivanti dalla applicazione del ‘fiscal compact’.ASCA

Pulsante per tornare all'inizio