Dalle pensioni ai contratti pubblici: tagli e niente risorse, allarme Spi-Flc-Fp

Manovra, l’allarme Spi Cgil sulle pensioni

Una perdita media pro-capite di oltre 1.200 euro all’anno per 4,3 milioni di pensionati. Sono questi i primi calcoli effettuati dallo Spi-Cgil del taglio alla rivalutazione delle pensioni sopra quattro volte il trattamento minimo, allo studio del governo.
L’adeguamento delle pensioni al costo della vita subirebbe così una drastica riduzione in particolare per quei pensionati che hanno lavorato e versato i contributi per 40 anni e oltre e che non percepiscono affatto un assegno alto ma di 1.800 netti al mese.
Stiamo sostanzialmente parlando di pensioni di lavoratori dipendenti, frutto di una vita di lavoro e che ora rischiano di avere una rivalutazione di gran lunga inferiore a quella che dovevano percepire secondo la legge in vigore.
Il governo si appresta quindi a compiere l’ennesimo danno ai pensionati italiani utilizzandoli come bancomat per recuperare risorse e negando loro la possibilità di recuperare una parte del loro potere d’acquisto.
Si tratta di una scelta iniqua e scellerata, oltretutto assunta senza alcun confronto con i sindacati.

Firmato: Spi Cgil nazionale

Manovra: Cgil, Fp, Flc, niente risorse per i contratti pubblici

“Dalle prime bozze della legge di Bilancio ciò che emerge con chiarezza è l’assenza dello stanziamento di risorse per i rinnovi contrattuali del triennio 2022 – 2024 e la previsione di una ancora non quantificata indennità di vacanza contrattuale. Riconoscere adeguamenti salariali ai dipendenti della sanità, dell’istruzione e degli enti locali, e dello stato è un tema che il Governo decide di non assumere”. Lo affermano, in una nota, la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti e i segretari generali di Fp Cgil e Flc Cgil Serena Sorrentino e Francesco Sinopoli.
Per i tre dirigenti sindacali “questa scelta punta evidentemente da una parte a indebolire la funzione del contratto nazionale, dall’altra a penalizzare le lavoratrici ed i lavoratori del pubblico impiego che assisteranno all’erosione degli incrementi appena ottenuti con gli ultimi rinnovi contrattuali, avvenuti già quando i contratti erano scaduti”. “Si prosegue – sottolineano Scacchetti, Sorrentino, Sinopoli – nella pratica di procrastinare la tempistica dei rinnovi contrattuali negando nei fatti il diritto al contratto, diritto che il personale dovrebbe avere per tutelare e rafforzare il proprio potere d’acquisto, ma anche per rispondere alle esigenze che emergono in questi mesi in virtù dell’attuazione del Pnrr e dei cambiamenti sociali ed economici con cui si confrontano i lavoratori e le lavoratrici della sanità, delle funzioni centrali, degli enti locali, del sistema di istruzione, dell’università e della ricerca. Invece di puntare sulla valorizzazione del personale, sull’innovazione dell’organizzazione del lavoro, sul miglioramento della qualità dei servizi, si preferisce rimuovere del tutto il problema”.
“Nonostante le dichiarazioni del Ministro Zangrillo, nonché gli impegni del Ministro Valditara, quello che emerge con nettezza è che questa manovra prevede alcune indennità specifiche per poche categorie di personale dei servizi pubblici, personale che però è complessivamente rimosso dall’agenda delle priorità del Governo Meloni. Questa non è una scelta condivisibile né giusta, non rinunceremo al ccnl, siamo pronti alla mobilitazione”, concludono Scacchetti, Sorrentino, Sinopoli.

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