CRISI: UILM, NEL SETTORE ELETTRODOMESTICO A RISCHIO 10 MILA LAVORATORI

Sono diecimila i posti di lavoro a rischio nel settore elettrodomestico in Italia a causa della crisi economica in atto. E’ questa la stima della Uilm che sottolinea che la crisi colpisce con particolare violenza l’industria degli elettrodomestici, che con 150.000 addetti ed un saldo commerciale positivo di 5 miliardi di euro rappresenta il secondo settore industriale italiano.Nelle sole vertenze nazionali, vale a dire in quelle di maggiori dimensioni, sono oggi a rischio ben 6.000 posti di lavoro, ma ad essi vanno aggiunti gli esuberi delle piccole e medie aziende, soprattutto della componentistica, che e’ ancora impossibile quantificare esattamente: secondo una valutazione prudenziale rischiamo nel prossimo futuro di perdere piu’ di 10.000 posti di lavoro.Una situazione, quella descritta dal sindacato destinata a proseguire anche nell’immediato futuro, come spiega all’Asca il responsabile del settore elettrodomestico della Uilm nazionale, Gianluca Ficco. Non siamo in presenza di una congiuntura negativa temporanea – sottolinea Ficco -, bensi’ di una crisi strutturale, che promette di peggiorare ulteriormente nel 2009. Le ragioni di fondo, risalenti almeno a sei anni fa, consistono nella delocalizzazione e nella concorrenza dei paesi low cost. Oggi, pero’, la situazione risulta notevolmente aggravata dall’emergenza finanziaria, che da una parte determina una stretta creditizia e dall’altra induce un calo di consumi. Spinta alla delocalizzazione, stretta creditizia e calo dei consumi, sommati fra loro, potrebbero quindi risultare fatali.Una situazione che potrebbe essere fronteggiata solo con una strategia comune. Vorremmo – sottolinea il sindacalista – definire con gli imprenditori una strategia comune per chiedere poi insieme al Governo un tavolo anticrisi.Strategie e incentivi – tiene pero’ a precisare Ficco – di cui il settore ha bisogno dovrebbero essere previste principalmente per le imprese socialmente responsabili.asca

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