CRISI: TORNA A CRESCERE INDUSTRIA TOSCANA, +3,9% INIZIO 2010 RESTA PREOCCUPANTE DATO OCCUPAZIONE, -4,2%

Torna in positivo l’indicatore della produzione industriale in Toscana: nel primo trimestre 2010, secondo l’osservatorio congiunturale di Unioncamere e Confindustria Toscana, il dato si attesta al +3,9%. Anche l’indicatore del fatturato manifatturiero Š positivo (+3,7%), come gli ordinativi sia sul fronte interno (+3,2%), sia su quello estero (+5,4%). L’osservatorio invita comunque alla cautela, visto che il raffronto avviene con un trimestre, il primo 2009, durante il quale le flessioni per gli ordinativi erano state particolarmente severe (-17,9% e -16,1%). La ripresa dell’export Š trainata dalla farmaceutica e dalla meccanica, a cui si aggiungono buone performance di chimica, pelletteria e gioielleria. Resta preoccupante il -4,2% dell’occupazione: i dati Inps relativi alle ore di Cassa integrazione parlano di circa 6,8 milioni di ore autorizzate, quasi il doppio del primo trimestre 2009: le ore di Cig straordinaria (3,8 milioni) hanno sopravanzato quelle di Cig ordinaria (3 milioni). Se le piccole imprese continuano a soffrire (produzione e fatturato calano del 2,5% e dell’1,6%), le medie riprendono fiato (+2,5% e +5,2%), e le grandi volano con produzione e fatturato che salgono, rispettivamente, del 32,6% e del 22,4%. Le imprese – ha detto Antonella Mansi, presidente di Confindustria Toscana – hanno apprezzato le due misure annunciate dal presidente Rossi sulla riduzione dei costi della macchina regionale, e la proposta di legge per velocizzare la realizzazione di importanti opere pubbliche d’interesse toscano. Chiediamo un impegno della Regione anche sul fronte della semplificazione amministrativa, con l’attuazione e l’implementazione della legge 40, e per la riduzione degli oneri burocratici a carico delle imprese. Per Pierfrancesco Pacini, presidente di Unioncamere Toscana, ‚ necessario continuare a portare avanti tutti quegli interventi che siano in grado di ridare ossigeno alle imprese e ai lavoratori come la Cig in deroga, i contratti di solidariet… e i contributi concessi alle imprese per incentivare l’occupazione femminile. (ANSA).

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