CRISI: STIPENDI A PASSO DIMEZZATO SULL’INFLAZIONE E CONSUMI AL PALO

Le retribuzioni, dicono i dati Istat, sono in crescita in Italia. Ma tengono un passo che non copre neppure la meta’ dell’inflazione. Nel mese di aprile, infatti, l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie fa registrare un incremento dell’1,4% rispetto ad aprile 2011. Il tasso annuale d’inflazione calcolato sempre dall’Istat per lo stesso mese era invece pari al 3,3%. In sostanza, si riduce ulteriormente il potere d’acquisto degli stipendi, soprattutto per i dipendenti della Pubblica amministrazione: la variazione tendenziale nelle loro buste paga e’ risultata nulla, mentre ha toccato appena un +1,9% nel settore privato. Parte della colpa del mancato aggancio statistico tra retribuzioni e inflazione si puo’ imputare ai contratti collettivi di lavoro in attesa di rinnovo: sono ben 34, di cui 16 nel settore pubblico, e sono relativi a circa 3,9 milioni di dipendenti (circa 3 milioni nel pubblico impiego). E se gli stipendi arrancano, i consumi non possono correre. Infatti gli ultimi dati, sempre dell’Istat, mostrano per marzo 2012 l’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio (valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantita’ sia dei prezzi) in diminuzione congiunturale dello 0,2%. Su base annuale, c’e’ un aumento dell’1,7%, anche in questo caso ben al di sotto del rincaro tendenziale dei prezzi al consumo. ASCA

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