CRISI: STANDARD & POOR’S DECLASSA IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO E PER PREMIER COLPA GIORNALI

Scarsa crescita, governo debole e obiettivi di correzione contenuti nella manovra difficilmente raggiungibili. Con queste motivazioni Standard & Poor’s ha declassato il debito sovrano dell’Italia tagliando merito di credito a lungo termine da A+ ad A e quello a breve termine da A-1+ ad A-1.L’Outlook e’ Negativo e dunque resta la possibilita’ di ulteriori riduzioni del giudizio. Il declassamento del merito di credito del paese riflette l’indebolimento della crescita economica mentre la fragilita’ del governo limita la capacita’ di rispondere alla sfide economiche interne ed internazionali, scrive S&P. Per l’agenzia di rating, la manovra di correzione dei conti pubblici, 60 miliardi per il periodo 2011-2014, appare insufficiente e mal congegnata, dunque incapace di ridurre in maniera significativa il peso del debito sul Pil. Se va bene, il rapporto debitopil scendera’ al 115% nel 2014 dal 117% di quest’anno, frazionali miglioramenti, scrive S&P, considerando che nel 2007 questo rapporto era al 100%. Pesano le deboli prospettive di crescita economica del paese e una manovra fatta per due terzi di tasse che aumentera’ una pressione fiscale gia’ molto alta con tassi di interesse (e quindi il finanziamento del debito pubblico) che stanno aumentando.A nostro avviso – spiega l’agenzia – le prospettive economiche si stanno indebolendo e ci attendiamo che la debole coalizione di governo e le differenze nel Parlamento continueranno a limitare la capacita’ del governo a rispondere con decisione alle sfide macroeconomiche domestiche ed esterne. Ad avviso di S&P, che ha ridotto le stime sul pil italiano da +1,3% a +0,7% tra il 2011 ed il 2014, la performance debole della crescita limitera’ l’efficacia del programma di consolidamento fiscale italiano, basato sulle entrate. L’outlook negativo riflette la nostra opinione sull’esistenza di ulteriori rischi al ribasso per le finanze pubbliche legate all’andamento del pil reale e nominale italiano e i rischi contenuti nell’implementazione della manovra. L’agenzia di rating non si limita solo a declassare il rating sul nostro debito pubblico italiano, ma elenca anche una serie di problemi. Per S&P il paese e’ dominato da un intreccio di interessi tra governo e monopoli pubblici e privati, anche sindacali che impediscono di fornire risposte adegutate per stimolare la crescita economica. E qui arriva la lista degli errori, si parte dal 2008 con la resa dell’esecutivo ai sindacati che ha impedito la privatizzazione di Alitalia e l’Opa di Air France sulla compagnia aerea. Per il 2011, S&P si limita a ricordare il parlamento che ha convinto il governo a cancellare dalla sua agenda le liberalizzazioni delle professioni e dei servizi pubblici locali. Tutte storie che rendono il paese poco attraente per gli investitori esteri, gli investimenti diretti in Italia sono il 16% del Pil, in Francia il 36%, in Spagna il 43%, il Germania il 27% Da questo punto di vista, l’Italia non sfrutta i benefici che potrebbero derivare dall’adesione al mercato unico europeo, conclude S&P.PALAZZO CHIGI: VALUTAZIONI S&P VIZIATE DA CONSIDERAZIONI POLITICHE. Il governo ha sempre ottenuto la fiducia dal Parlamento, dimostrando cosi’ la solidita’ della propria maggioranza. Le valutazioni di Standard & Poor’s sembrano dettate piu’ dai retroscena dei quotidiani che dalla realta’ delle cose e appaiono viziate da considerazioni politiche. E’ quanto si legge in una nota diffusa da palazzo Chigi. Vale la pena di ricordare che l’Italia ha varato interventi che puntano al pareggio di bilancio nel 2013 e il governo sta predisponendo misure a favore della crescita, i cui frutti si vedranno nel breve-medio periodo, conclude la nota. ASCA

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