CRISI: LAVORATORI FINCANTIERI SESTRI PONENTE IN CORTEO A GENOVA

Vogliamo un incontro con il Governo e con Fincantieri sul futuro dello stabilimento di Sestri Ponente. I segnali che abbiamo ci dicono che l’intenzione e’ quella di chiudere, anche se ora non viene detto apertamente: aumenta la cassa integrazione, non ci sono nuove commesse e, nelle aziende degli appalti, i licenziamenti vanno avanti. Cosi’ Bruno Manganaro, della Fiom Cgil, ha spiegato le ragioni dello sciopero di quattro ore dei lavoratori della Fincantieri di Genova-Sestri Ponente che stanno sfilando in corteo a Genova. Lo sciopero e’ completamente riuscito. Ieri – ha spiegato Manganaro – c’e’ stata l’assemblea unitaria insieme a Fim e Uilm e, insieme, abbiamo deciso di ripartire con la lotta. Questo e’ solo un primo segnale perche’ siamo disposti a tutto per difendere il cantiere. Se nei prossimi giorni nessuno sara’ disposto ad incontrarci, la lotta diventera’ piu’ dura.Non ci arrenderemo. Vogliamo anche mandare un messaggio ai cittadini – ha aggiunto Manganaro – perche’ la lotta per difendere l’occupazione deve proseguire insieme. La citta’ deve reagire, come ha fatto a maggio, quando ha marciato al fianco dei lavoratori. Dopo quella protesta, passato qualche mese, qualcuno ha pensato di poter ripartire con la stessa idea di chiudere. Se rimettiamo in piedi quella protesta, possiamo farcela. Rispetto al ribaltamento a mare (trasferimento del cantiere su una piattaforma costruita a mare dell’attuale stabilimento, ndr), Manganaro ha aggiunto che e’ uno dei tasselli che mancano. Ma, comunque, non sarebbe la soluzione a tutti i problemi perche’ la soluzione sono il lavoro e le commesse.Certo – ha concluso – la questione del ribaltamento ci preoccupa ancora di piu’ perche’ e’ un punto non chiaro. (AGI)

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