Crisi: Guidi, meno finanza e piu’ politica industriale (Ghirlandaio)

Rilanciare piani di politica industriale, partendo dall’Italia e cogliendo l’occasione della presidenza italiana del semestre europeo per far crescere un nuovo organismo, il consiglio per la competitivita’, che raccoglie i ministri europei dello Sviluppo economico, dell’Energia, delle Telecomunicazioni e del Commercio internazionale. E’ l’obiettivo del ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, analizzato da Il Ghirlandaio. L’intenzione, sottolinea il magazine online, e’ di farne, in pochi mesi, l’organismo che fa da contraltare all’Ecofin, a cui tocca la difesa del primato dell’industria manifatturiera europea e la messa a punto degli interventi necessari per raggiungere il traguardo stabilito dall’Unione europea: riportare al 20 per cento il peso dell’industria manifatturiera sul Prodotto interno lordo (Pil) entro il 2020. Germania e Francia hanno gia’ approvato pacchetti d’iniziative consistenti. Per l’Italia la stessa Guidi ha nominato una task force che, in tre mesi, ha il compito di mettere nero su bianco proposte concrete, da realizzare in tempi rapidi. La Guidi spiega cosi’ le scelte che sta facendo: L’Italia si e’ posta l’obiettivo di riportare la manifattura al centro della politica europea. All’Europa occorre un vero Rinascimento industriale, in grado d’invertire la tendenza alla riduzione del peso dell’industria in Europa, che e’ costata la scomparsa d’interi settori produttivi e la perdita di oltre 3 milioni di posti di lavoro. E ancora: Spingeremo sui finanziamenti sia alle piccole e medie imprese sia alla ricerca. E ci occuperemo di rilanciare l’occupazione. Serve uno shock positivo su investimenti e agevolazioni fiscali per la crescita degli investimenti, soprattutto nel settore privato. Il rischio e’ che gli interventi diventino forzature delle regole che l’Europa si e’ data per salvaguardare lavoro e ambiente, ma non sara’ cosi’. Non chiederemo di abbassare il livello di avanguardia mondiale raggiunto dall’Unione europea nella tutela dell’ambiente, nella sicurezza dei luoghi di lavoro e nelle difese delle sacrosante esigenze dei consumatori, ha spiegato la ministra, aggiungendo pero’ che verra’ chiesta una valutazione attenta della sostenibilita’ industriale delle decisioni future, tenendo anche in considerazione i comportamenti dei nostri principali concorrenti nei Paesi extra Ue. Operazioni d’emergenza per una situazione di emergenza. L’Europa e’ ferma e l’Italia pure, ripete la Guidi, sul cui tavolo si contano circa 160 dossier di crisi industriali arrivate al capolinea, che riguardano oltre 155 mila lavoratori. Di qui un appello fatto agli imprenditori: Chi ha i bilanci in ordine deve fare il possibile per mantenere i livelli occupazionali, ha detto. Bisogna salvare il lavoro, non licenziare. Il mio e’ un appello alla responsabilita’ sociale degli imprenditori. Ma all’ordine del giorno, dopo il taglio del 10 per cento dell’Irap, ci sono anche misure concrete come un primo pacchetto competitivita’ e crescita (varato in giugno, contiene incentivi alle imprese per la crescita intorno a 800 milioni di euro, con la previsione di arrivare a 1,5 miliardi), il pacchetto made in Italy (entrato nel decreto Sblocca Italia per sostenere le piccole e medie aziende nella internazionalizzazione, che vale 220 milioni di euro), la nuova Legge Sabatini (operativa dal 31 marzo scorso, in soli cinque mesi ha prodotto richieste per quasi 1,2 miliardi di risorse per favorire gli investimenti di circa 6200 imprese che vogliono rammodernare i processi produttivi e puntare ad una maggiore competitivita’), contratti di sviluppo (annunciati a luglio, in tutto permettono 1,4 miliardi d’investimenti e l’80 per cento dei fondi e’ destinata al Sud) [N.d.R.: speriamo non siano solo parole nb]

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