CRISI: CONFINDUSTRIA, IN ITALIA POLITICA INDUSTRIALE ASSENTE

Tutte le economie avanzate hanno piani di medio-lungo termine a sostegno dell’industria che passano per domanda pubblica, incentivi alla ricerca, regolamentazione e formazione mentre in Italia questo tipo di politica e’ tuttora assente. E’ quanto si legge in una nota del Centro Studi di Confindustria dal titolo Italia meno competitiva senza politica industriale. Secondo il Csc l’evidenza internazionale non lascia dubbi: in tutte le principali economie avanzate esistono piani strategici, di medio-lungo periodo, a supporto dell’industria, che passano anche attraverso l’individuazione selettiva di aree di intervento ritenute chiave per la crescita. In particolare vengono citati il piano di rilancio dell’economia dell’Amministrazione Obama, incentrato sulla creazione di una Rete Nazionale per l’Innovazione Manifatturiera, quello della Germania, dove da anni sono attivi enti pubblici che facilitano la diffusione e commercializzazione delle innovazioni, e dove e’ stata da poco finanziata la nascita di 15 distretti tecnologici. In Francia il nuovo piano di rilancio del manifatturiero prevede 24 piani industriali e si avvale del ruolo strategico affidato alla Banca Pubblica degli Investimenti. Perfino la Gran Bretagna, da sempre orientata verso il settore terziario, ha lanciato la Strategia per la Manifattura Avanzata, che vede le istituzioni pubbliche attive nel supporto tecnico e finanziario alle imprese. In Italia, invece, la politica industriale e’ tuttora assente rileva il Centro Studi ma per rimanere al passo degli altri, il Paese deve individuare le idee di cambiamento, nei bisogni della societa’ e nelle tecnologie, e costruire intorno ad esse una strategia di’intervento che, con un approccio di sistema, massimizzi le potenzialita’ del suo tessuto produttivo. Secondo la nota di Confindustria il public procurement tecnologico, il finanziamento diretto della ricerca scientifica, la creazione di infrastrutture di supporto, la promozione della formazione tecnica e la regolamentazione sono i principali strumenti a disposizione dell’intervento pubblico. Le best practice – sottolinea il Csc – indicano che la certezza e la continuita’ nell’erogazione dei fondi, la loro condizionalita’ al raggiungimento di obiettivi intermedi, nonche’ la trasparenza nei criteri di assegnazione dei bandi pubblici e nella valutazione dei risultati sono elementi imprescindibili per una buona politica industriale. E’ inoltre necessario che la politica industriale sia condotta a livello nazionale, evitando quindi la dispersione e l’accavallamento delle iniziative tra gli organismi pubblici posti a vario livello nella gerarchia istituzionale. ASCA

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