CRISI: CGIL, SETTIMANE CIGO AL TERMINE. CONSEGUENZE IMPREVEDIBILI

Le settimane di cassa integrazione ordinaria sono per molte aziende al termine e le conseguenze, sul piano dell’occupazione e della coesione sociale, saranno del tutto imprevedibili. A lanciare l’allarme e’ la segretaria confederale della Cgil, Susanna Camusso, che punta l’indice contro il governo: Ancora una volta – dice – fa finta di non vedere i rischi gravissimi a cui sta andando incontro una parte consistente delle aziende coinvolte dalla crisi.Per molte di queste, infatti, spiga la dirigente sindacale, si profila nelle prossime settimane il termine delle 52 settimane di cassa integrazione ordinaria. Non a caso si era tentato nei mesi scorsi, proprio per evitare di passare dalla cassa integrazione ai licenziamenti, di convincere il Governo (tramite una circolare Inps del 20 Aprile 2009) almeno a cambiare i criteri di calcolo delle settimane di Cigo utilizzate, passando dal conteggio settimanale a quello giornaliero.Ma adesso, aggiunge Camusso, si viene a sapere che il Ministero del Lavoro considera tale nuovo criterio utilizzabile solo ed esclusivamente per il periodo residuo rimasto a disposizione delle aziende, a partire quindi dal 21 Aprile 2009, e non per l’intero periodo di domanda di Cigo.Il che vorrebbe dire, continua, che aziende i cui lavoratori sono in Cigo dall’autunno scorso, ad inizio crisi, come la Fiat auto di Pomigliano, la Cnh di S. Mauro Torinese, l’azienda di macchine movimento terra sempre della Fiat di Lecce, la cantieristica da diporto, la chimica, le aziende edili, e tante altre ancora disseminate per l’Italia, sono ormai prossime alla scadenza delle 52 settimane con conseguenze del tutto imprevedibili sull’occupazione.Cosi’ come sulla formula individuata da Sacconi, quella dalla ordinarizzazione’ della cassa integrazione speciale, anche qui si viene a sapere – afferma la sindacalista -, con una versione ufficiale del Ministero del Lavoro, che le imprese coinvolte potranno non presentare piani di ristrutturazione ma che, ai fini della proroga, dovranno comunque indicare l’eventuale numero di esubero’ del personale: tutto questo e’ dir poco sconcertante.La Cgil ribadisce non solo la necessita’ di modificare urgentemente questi orientamenti, ma di varare al piu’ presto il provvedimento piu’ adeguato a fronteggiare questa situazione e cioe’ il raddoppio delle settimane di Cigo, da 52 a 104, che rimane la misura piu’ efficace per evitare licenziamenti di massa. Se non si procedera’ in questa direzione – conclude Camusso – il Governo si dovra’ assumere tutte le responsabilita’ per quello che potra’ succedere e che gia’ si profila per il prossimo autunno. asca

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