CRISI: CAMUSSO, SERVE SVOLTA POLITICA PER SVILUPPO E LAVORO

?Il caso Fincantieri ? solo l?ultimo, gravissimo episodio che conferma l?arroganza e la violenza della ?cultura? di questi tempi, di una ideologia che scarica sui lavoratori, sulle famiglie, sugli ultimi, gli errori, le mancate scelte dell?azienda, il disinteresse del governo?. Da questo governo non possiamo aspettarci nulla, ? necessario un profondo cambiamento e forse il vento sta cambiando.˜Scontri di piazza, occupazioni, proteste. La vertenza Fincantieri apre una nuova stagione di emergenza sociale. Come la giudica? Fincantieri ha fatto una scelta insopportabile. Annunciare la chiusura degli stabilimenti, i licenziamenti, il ridimensionamento produttivo con queste modalit? ? un atto di violenza e nulla mi pu? convincere che fosse proprio necessario seguire questo percorso. Molte crisi aziendali ci hanno insegnato che anche situazioni difficili possono essere affrontate in altro modo, senza dare fuoco alle polveri o cercando l?imbarbarimento delle relazioni sociali. Non si risolvono i problemi dell?azienda scaricando tutto sui lavoratori?.Ma la crisi Fincantieri c?? davvero… Certo. E mi fa rabbia la scelta dell?azienda perch? dal 2009 esiste un teorico tavolo di confronto al ministero dello Sviluppo. Abbiamo sollecitato pi? volte di tornare a discutere i problemi, ad esempio per il cantiere di Ancona tutto in Cassa integrazione, per Monfalcone, per la Liguria dove anche le amministrazioni locali si sono preoccupate. Non ? successo niente. E adesso pensano di scaricare le conseguenze dei loro errori sugli operai e le loro famiglie. ? un atteggiamento sbagliato?.Questo caso richiama l?azione del governo. Come si ? comportato? ? irresponsabile. Non ha nemmeno presente quali sono i problemi dell?apparato produttivo italiano. Il governo ? assente e non fa nulla, pensa ancora che la nostra economia possa uscire dalle difficolt? solo con l?aumento dei consumi e senza pensare all?industria, al lavoro: ma questa formula, nel mondo, ? servita ad arricchire i pi? ricchi e ad aumentare le diseguaglianze. In Italia non ci poniamo nemmeno il problema di riprendere lo sviluppo in modo diverso dal passato, pensando all?ambiente, all?innovazione, ai diritti delle persone, a un futuro sostenibile. Niente, zero?.A che punto siamo nella crisi? Siamo pi? indietro di tutti. Il paese si impoverisce. Il governo ha fatto 10-12 manovre di aggiustamento, tutte ispirate da una sola idea: i tagli alla cittadinanza. I dati ISTAT e INPS sono la fotografia di un paese indebolito, senza speranze, pi? povero, pi? ingiusto. In questa situazione trovo davvero fuori luogo una certa ipocrisia politica e culturale che si diffonde nel paese?.A che cosa si riferisce? Penso ai pi? deboli, agli anziani, ai giovani, alle donne. Trovo francamente insostenibili le prediche sulla famiglia che arrivano da pi? parti, anche da questo governo, quando 800mila donne perdono il lavoro, sono licenziate, perch? hanno fatto un figlio. Questa ? la realt?. 800mila lavoratrici sono state costrette a dimettersi perch? hanno deciso di avere un figlio. Il governo Berlusconi, lo voglio ricordare, tra i suoi primi atti decise la cancellazione di quella piccola ma importantissima legge varata dal centrosinistra che vietava la pratica vergognosa e incivile delle dimissioni in bianco?.Camusso, governo di destra o sinistra la verit? ? che non ci sono i soldi. Bene, non facciamo tutto. Scegliamo cosa fare come hanno fatto altri paesi. Investiamo, cerchiamo di riavviare la crescita, piantiamola di tagliare fondi e servizi, evitiamo di allargare le diseguaglianze. Perch? ? chiaro che in questa crisi c’? chi ci ha guadagnato e chi, come i lavoratori e i pensionati, ha continuato a perdere reddito. Noi non siamo la Grecia, non vedo quel pericolo. Ma sento che la povert? cresce, che per l?Italia c’? il rischio pesante di non poter pi? difendere un’idea positiva per quelli che verranno dopo di noi?.Proposte? Un altro governo? La maggioranza di governo ? sempre pi? in difficolt?, stanno insieme per interessi personali, per avere la poltrona, perch? temono una vera svolta politica. Il cambiamento politico ? un obiettivo da conquistare, forse non ? ancora a portata di mano, ma si avvicina. Nei prossimi giorni Tremonti annuncer? una manovra correttiva di 40-46 miliardi di euro: si pu? davvero pensare che il paese non reagir? di fronte a nuove ingiustizie, ad altre stangate senza crescita, senza una equa riforma fiscale? Il vento forse sta cambiando?.Confindustria oggi riunisce la sua assemblea. Gli industriali hanno capito che governo hanno di fronte? Forse s. Avverto anche tra le imprese una progressiva convinzione sull?inefficacia di Berlusconi. Per dirlo con le parole di un tempo questo governo non ha dato risposte nemmeno ai padroni contro i lavoratori. Ma per noi ? chiaro che le imprese non sono estranee alle ragioni di questa crisi, Berlusconi c’? dal 1994 e lo hanno sempre accompagnato. Oggi, per?, ci guadagnano solo gli evasori, o chi aveva esportato illegalmente i capitali, chi ha speculato sulla finanza. Le imprese serie e responsabili conoscono bene i disastri combinati da Berlusconi. Noi della CGIL lo diciamo da tempo, la divisione sindacale non pu? essere considerata un gran risultato in questo momento, c’? bisogno di lavorare insieme?.C’? qualche possibilit? di ripresa di un lavoro unitario con CISL e UIL? C’? qualche timido segnale, qualche sprazzo. Ma ci sono enormi difficolt?, grandi differenze sull?analisi della crisi e sulle responsabilit? di questo governo?Un?ultima domanda. L?americano Marchionne dice che per Fabbrica Italia non pu? fare tutto da solo… FIAT ha portato il suo baricentro in America, c’? stato un enorme spostamento finanziario. In Italia la FIAT avr? una presenza residuale. Gi? oggi la Gran Bretagna, che ai tempi della Thatcher decise di rinunciare all’industria a favore della finanza, produce pi? auto di noi. E non parliamo della Germania… Possibile che al governo questa novit? non interessi??.”

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