CRISI: ALLARME CONFESERCENTI SU BLOCCO TREDICESIME. SPI CGIL, REAGIREMO PESANTEMENTE

Ci auguriamo che si tratti solo di una forte ed eccessiva preoccupazione da parte della Confesercenti e non di un rischio reale e concreto. Se cosi’ fosse non staremo di certo a guardare e reagiremo pesantemente per chiedere conto al governo e ai partiti che lo sostengono dell’ennesimo e gravissimo provvedimento ai danni dei pensionati italiani, che piu’ di tutti stanno pagando il conto della crisi.Cosi’ il Segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone ha commentato l’allarme lanciato oggi dalla Confesercenti sulla possibilita’ che il governo blocchi le tredicesime dei lavoratori pubblici e dei pensionati.I partiti – ha continuato Cantone – non possono continuare a dire che sono per l’equita’ e poi in Parlamento lasciano passare ingiustizie e iniquita’. Sappiamo bene che per uscire dalla crisi servono risorse ma si decidessero una volta per tutte di andarle a prendere dove ci sono e non dai soliti noti. ASCAL’ALLARME DI CONFESERCENTI SU EVENTUALE BLOCCO TREDICESIMEUn eventuale blocco delle tredicesime rappresenterebbe un iniquo e drammatico autogol che causerebbe un nuovo crollo dei consumi di 8 miliardi di euro.E’ quanto denuncia Confesercenti che chiede al governo di smentire tale voce che avrebbe il solo esito di allontanare una qualsiasi forma di ripresa.Troppe voci, troppo insistenti – rileva la Confederazione – parlano in questi giorni di un’ipotesi allo studio per fare cassa: il congelamento delle tredicesime dei dipendenti pubblici e di buona parte dei pensionati. Una misura di questo genere non solo potrebbe essere considerata discriminatoria e iniqua socialmente, ma sarebbe certamente un drammatico autogol economico che manderebbe i consumi in tilt, spingerebbe migliaia di imprese alla chiusura e provocherebbe la perdita consistente di posti di lavoro autonomi e dipendenti.Confesercenti fa i conti di questa sciagurata eventualita’: le 13me nette dei dipendenti pubblici e dei pensionati con assegni al di sopra dei mille euro ammontano a circa 16,1 miliardi. Circa la meta’ va in consumi e quindi si sottrarrebbe all’economia reale una cifra pari a 8 miliardi di euro, con un cedimento dei consumi privati che passerebbe dal meno 1,7% stimato dal Governo ad un valore negativo vicino al 2,7%.Ma se anche si puntasse solo al congelamento del 50% delle 13me – prosegue – si tratterebbe comunque di una taglio alla spesa di circa 4 miliardi di euro, con un impatto sui consumi di circa 4 decimali di punto, portando la flessione prevedibile all’interno del range compreso tra il -2,1% e il -2,4%. Questa impostazione comporterebbe gravi effetti sull’intera economia, a partire dalla chiusura di molte imprese e dalle nefaste conseguenze sul piano occupazionale.Un salasso davvero inaccettabile. ASCA

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