Corte Ue,stabilizzare docenti precari non porta risarcimento Assunzione sufficiente, e senza ricostituzione di carriera

In base al diritto Ue la stabilizzazione degli insegnanti precari non deve essere necessariamente accompagnata da un risarcimento, n‚ dalla ricostruzione integrale della carriera. Lo afferma la Corte di giustizia Ue intervenendo sul caso di un insegnante di fisarmonica, Fabio Rossato, in servizio ininterrottamente dal 2003 al 2015 al Conservatorio di Trento ma con contratti a termine, e poi assunto a durata indeterminata nel 2015 con effetto retroattivo a inizio 2014. L’insegnante ha chiesto il risarcimento per la reiterazione di contratti a termine. Con l’odierna sentenza, la Corte ricorda che l’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato prevede misure minime per evitare la precarizzazione dei lavoratori dipendenti, prevenendo gli abusi di contratti a tempo determinato. Per Lussemburgo, per•, questo non impone agli stati membri di prevedere, in caso di ricorso abusivo a questo tipo di contratti, un diritto al risarcimento del danno oltre alla trasformazione del rapporto di lavoro in un contratto a tempo indeterminato. Quanto alla stabilizzazione di Rossato a partire dal 2014 anzich‚ dall’inizio della serie di contratti a termine nel 2003, secondo la Corte costituirebbe una ricostituzione integrale di carriera, come quella riservata ai funzionari che hanno superato un concorso. Il diritto dell’Unione, per•, non impone agli stati membri di trattare in modo identico i dipendenti pubblici di ruolo assunti al termine di un concorso generale e quelli assunti in base ai titoli. (ANSA).

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