Coronavirus, Toscana, si registrano altri 986 casi e 12 decessi. Esponenziale aumento intensive

Il 13,7 per cento delle persone sottoposte agli ultimi controlli è risultato positivo. Sale a 10.851 il numero di chi al momento è ancora malato, ma solo 511 sono ricoverati in ospedale. Di questi 62 in terapia intensiva. In 11.731 sono guariti dall’inizio dell’epidemia, mentre 1.206 sono morti

Sono 986 i casi positivi al Covid-19 nelle ultime ventiquattro ore registrati in Toscana – 462 nei territori dell’Asl Centro, 363 nella Nord Ovest e 161 nella Sud est – i quali portano il numero complessivo delle persone al momento ammalate a quota 10.851 (+8,7 per cento rispetto a ieri): 865 sono state identificate in corso di tracciamento e 121 da attività di screening. I dati son quelli del bollettino stilato giornalmente dalla Regione sulla base delle richieste della Protezione civile nazionale per monitorare l’andamento dell’epidemia, accertati a mezzogiorno di oggi.
Su 10.851 persone malate, la quasi totalità si trova in isolamento a casa (10.340), perché non ha bisogno di particolari cure sanitarie, e solo 511 sono comunque ricoverati in ospedale, 71 in più rispetto a ieri.  Escludendo i tamponi di controllo, nell’ultimo giorno sono state sottoposte a test 7.178 persone: di questi il 13,7 per cento (media Italia 9.4%), dato più alto di ieri, è risultato positivo. Purtroppo si contano anche dodici morti (sei uomini e sei donne, età media 87 anni), che fanno lievitare a 1.206 il numero dei decessi da febbraio quando è iniziata l’emergenza sanitaria.  Dalla comparsa dell’epidemia nella regione sono 23.788 i casi di positività finora accertati, con 927.802 tamponi eseguiti in nove mesi (10.557 solo nell’ultimo giorno). Le persone già guarite sono 11.731 (49,3 per cento di tutti i casi), cresciute dello 0,9 per cento nelle ultime ventiquattro ore.
L’età media dei 986 casi di oggi è di circa 43 anni (il 19% ha meno di 20 anni, il 26% tra 20 e 39, il 31% tra 40 e 59, il 16% tra 60 e 79 e l’8% ne ha 80 o più).
Le persone ricoverate nei posti letto dedicati ai pazienti Covid sono ad oggi complessivamente 511 (più 16,1%), di cui 62 in terapia intensiva (7 in più rispetto a ieri, più 12,7%).

Covid: rapporto casi positivi-tamponi record 9,4%.  Mai un valore così alto nelle ultime settimane
Il rapporto tra casi positivi al nuovo coronavirus e tamponi è cresciuto molto e ha toccato il record del 9,4%. Ieri era dell’8% e lunedì scorso, 12 ottobre, era del 5,4%. Lo rileva il fisico Giorgio Sestili, fondatore e fra i curatori della pagina Facebook “Coronavirus – Dati e analisi scientifiche”. (ANSA).

Covid: anestesisti, aumento esponenziale terapie intensive  Vergallo (Aaroi Emac),da ottobre di pari passo a aumento ricoveri
“L’immagine della curva relativa ai ricoveri in terapia intensiva, dal primo settembre a oggi, non è una curva lineare. Dal 5-7 ottobre inizia a prendere una piega di tipo esponenziale, in linea con l’aumento dei ricoveri e dell’Rt, o indice di contagio”. Lo ha spiegato Alessandro Vergallo, presidente dell’Associazione anestesisti e Rianimatori (Aaroi-Emac), intervenendo durante una diretta Facebook insieme ai deputati del Movimento 5 Stelle Massimo Baroni e Nicola Provenza. “Ad oggi – aggiunge – abbiamo ogni 10 casi un ricovero e ogni 10 ricoveri uno in terapia intensiva. C’era chi diceva che gli aumenti fossero lineari ma i dati mostrano che sono esponenziali, ecco perché siamo preoccupati”. Una situazione, quella attuale, che per Vergallo, è anche frutto di affermazioni incaute da parte di esperti in camice bianco. “Sono arrabbiatissimo, come professionista e cittadino, con colleghi che si sono espressi con affermazioni che hanno danneggiato immagine della scienza italiana e dato informazioni che confondono: sostenere che il virus fosse morto è stato uno sbaglio terribile”. Tra le criticità, “in alcune zone d’Italia, particolarmente al Sud, la difficoltà a trovare il modo per gestite isolamento a domicilio i pazienti Covid-19, e questo crea un iper afflusso in ospedale” che va a gravare in modo rischioso sul sistema. Altra difficoltà è nel conoscere i numeri delle terapie subintensive. “Mentre i ricoveri in terapia intensiva sono codificati – conclude – non abbiamo un protocollo preciso per chi va in terapia subintensiva, e questo è un problema perché non c’è una classificazione precisa di questi reparti”. (ANSA).

 

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