Coronavirus: Toscana, 106 nuovi casi, 6 i decessi Nuovi testati positivo 2.1%

Sono 106 in più rispetto a ieri i nuovi casi positivi in Toscana (104 confermati con tampone molecolare e 2 da test rapido antigenico), che portano a 243.620 i casi registrati dall’inizio della pandemia. I nuovi casi sono lo 0,04% in più rispetto al totale del giorno precedente. L’età media dei 106 nuovi positivi odierni è di 39 anni circa (27% ha meno di 20 anni, 16% tra 20 e 39 anni, 36% tra 40 e 59 anni, 20% tra 60 e 79 anni, 1% ha 80 anni o più).
I guariti crescono dello 0,1% e raggiungono quota 232.927 (95,6% dei casi totali). Oggi sono stati eseguiti 7.388 tamponi molecolari e 7.803 tamponi antigenici rapidi, di questi lo 0,7% è risultato positivo. Sono invece 5.141 i soggetti testati oggi (con tampone antigenico e/o molecolare, escludendo i tamponi di controllo), di cui il 2,1% è risultato positivo. Gli attualmente positivi sono oggi 3.861, -4,8% rispetto a ieri.
Le persone ricoverate nei posti letto dedicati ai pazienti Covid oggi sono complessivamente 223 (17 in meno rispetto a ieri, meno 7,1%), 50 in terapia intensiva (4 in meno rispetto a ieri, meno 7,4%).
Oggi si registrano 6 nuovi decessi: 3 uomini e 3 donne con un’età media di 64,5 anni. Relativamente alla provincia di residenza, le persone decedute sono: 2 a Firenze, 1 a Prato, 2 a Lucca, 1 a Pisa.
Di seguito i casi di positività sul territorio con la variazione rispetto a ieri (104 confermati con tampone molecolare e 2 da test rapido antigenico). Sono 67.240 i casi complessivi ad oggi a Firenze (30 in più rispetto a ieri), 22.537 a Prato (4 in più), 22.963 a Pistoia (6 in più), 13.301 a Massa (2 in più), 24.622 a Lucca (11 in più), 29.184 a Pisa (8 in più), 17.467 a Livorno (5 in più), 22.829 ad Arezzo (6 in più), 13.821 a Siena (6 in più), 9.101 a Grosseto (28 in più). Sono 555 i casi positivi notificati in Toscana, ma residenti in altre regioni. Sono 40 i casi riscontrati oggi nell’Asl Centro, 26 nella Nord Ovest, 40 nella Sud est.
La Toscana si trova al 12° posto in Italia come numerosità di casi (comprensivi di residenti e non residenti), con circa 6.641 casi per 100.000 abitanti (media italiana circa 7.167 x100.000, dato di ieri). Le province di notifica con il tasso più alto sono Prato con 8.802 casi x100.000 abitanti, Pistoia con 7.896, Pisa con 7.008, la più bassa Grosseto con 4.164.
Complessivamente, 3.638 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi (178 in meno rispetto a ieri, meno 4,7%). Sono 11.311 (278 in meno rispetto a ieri, meno 2,4%) le persone, anche loro isolate, in sorveglianza attiva, perché hanno avuto contatti con persone contagiate (Asl Centro 5.854, Nord Ovest 4.260, Sud Est 1.197).
Le persone complessivamente guarite sono 232.927 (295 in più rispetto a ieri, più 0,1%): 0 persone clinicamente guarite (stabili rispetto a ieri), divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 232.927 (295 in più rispetto a ieri, più 0,1%) dichiarate guarite a tutti gli effetti, le cosiddette guarigioni virali, con tampone negativo.
Sono 6.832 i deceduti dall’inizio dell’epidemia cosi ripartiti: 2.201 a Firenze, 595 a Prato, 627 a Pistoia, 524 a Massa Carrara, 664 a Lucca, 701 a Pisa, 416 a Livorno, 502 ad Arezzo, 329 a Siena, 182 a Grosseto, 91 persone sono decedute sul suolo toscano ma erano residenti fuori regione.
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ITALIA
Covid: 1.400 positivi, 52 vittime Tasso positività 0.6% (ieri idem)
Sono 1.400 i positivi al test del coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 1.255. Sono invece 52 le vittime in un giorno, mentre ieri erano state 63.
Sono 203.173 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia. Ieri erano stati 212.112. Il tasso di positività è dello 0,6%, lo stesso di ieri.
Sono 471 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid in Italia, con un calo di 33 rispetto a ieri nel saldo quotidiano tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono stati nove (ieri erano 26): questo dato non si registrava dallo scorso ottobre. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 3.064, in calo di 269 unità rispetto a ieri. (ANSA).
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Durante la pandemia + 30% mortalità per malattie cardiache Gise, persi vantaggi acquisiti in 10 anni,recuperare è difficile
“A causa della pandemia, c’è stato un aumento della mortalità di oltre il 30% per problemi legati al cuore. Ormai non abbiamo più solo stime di mancate cure, ma di persone decedute che avrebbero potuto esser salvate. Questo ci ha fatto perdere i vantaggi acquistati in 10 anni di implementazione della ricerca e della tecnologia per ridurre la mortalità cardiaca. E’ stato vanificato un po’ il grande sforzo fatto in passato e recuperare quanto sarà complicato”. A descrivere l’impatto della pandemia sulla riduzione dell’assistenza ai malati di cuore è stato Giovanni Esposito, presidente eletto Gise (già Gruppo Italiano Studi Emodinamici), durante la conferenza stampa di presentazione del convegno Thinkheart 2021. La riconversione dei reparti di cardiologia in terapie intensive Covid e la paura del contagio hanno portato, a inizio emergenza coronavirus, al blocco delle attività di emodinamica e poi a una forte contrazione di quelle non urgenti. Ma anche ora, che si sta cercando di recuperare il pregresso, i problemi sono tutt’altro che risolti. “La pandemia – ha sottolineato Giuseppe Tarantini, presidente della Società Italiana di Cardiologia Interventistica – ha lasciato un onda lunga di problemi in termini sanitari, che sono tutt’altro che risolti. Bisogna smettere di parlare solo di Covid e iniziare a parlare anche delle macerie che ha lasciato intorno per quello che riguarda l’assistenza per altre patologie”. Quello che emerge è un sottodimensionamento della risposta rispetto al bisogno di salute della popolazione, soprattutto quella anziana, già duramente colpita dall’epidemia. “Dai dati appare chiaro quanto il Covid-19 – ha spiegato Esposito – abbia spostato la necessità di cura del paziente cardiovascolare sul territorio e, allo stesso tempo, abbia ridotto la capacità di quest’ultimo di rispondere in modo tempestivo alle richieste. Le patologie più colpite da questo ‘rinvio della presa in carico’ sul territorio riguardano lo scompenso cardiaco, l’ipertensione arteriosa, le aritmie cardiache e le cardiopatie”. (ANSA).

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