Continuità occupazionale per somministrati Poste

Stop nella trattativa per la continuità occupazionale degli oltre 200 lavoratori somministrati presso Poste Italiane. L’Azienda rifiuta di proseguire le missioni dei primi 17 contratti in scadenza, una presa di posizione inaccettabile per i Sindacati che proclamano lo stato di agitazione nazionale. Domani 26 giugno sit in di protesta a Roma

Dopo 24 mesi di lavoro, nonostante l’impegno dimostrato durante il periodo di emergenza sanitaria Covid19, Poste Italiane non ha, quindi, voluto confermare i primi 17 somministrati con contratto in scadenza.
Qualche giorno fa i lavoratori hanno ricevuto una chiamata dalla loro Agenzia per il Lavoro (Adecco) che gli comunicava la volontà dell’impresa utilizzatrice (Poste) di non proseguire la loro missione lavorativa.
Secondo Felsa Cisl, NIdiL Cgil e Uiltemp “la volontà di interrompere questi 17 contratti deriva da un’interpretazione assolutamente fantasiosa e non condivisibile delle norme, che considera il limite dell’anzianità di 24 mesi, previsto per i lavoratori temporanei”.
Questi somministrati, però, non hanno un contratto temporaneo, sono stati assunti a tempo indeterminato dall’Agenzia per il Lavoro (grazie a due accordi sottoscritti dalle Organizzazioni Sindacali). Anche la circolare n.17 del 31 ottobre 2018 del Ministero del Lavoro conferma, infatti, che nessuna limitazione è prevista per i somministrati assunti a tempo indeterminato e inviati in una missione temporanea.
Felsa Cisl, NIdiL Cgil e Uiltemp hanno anche condiviso con Adecco la possibilità di intraprendere un percorso di staff leasing, proponendo che l’assegnazione della missione con Poste Italiane fosse a tempo indeterminato. “Evidentemente anche questo non è bastato”, prosegue il comunicato sindacale.
A questo punto, i Sindacati esprimono grande sconforto e preoccupazione, il destino preannunciato a questi 17 lavoratori, presto o tardi, sarà il medesimo anche per gli oltre 200 somministrati che, con scadenze differenti, sono impegnati presso Poste Italiane.
Felsa Cisl, NIdiL Cgil e Uiltemp ribadiscono la disponibilità a trovare tutte le soluzioni necessarie per dare continuità lavorativa ai lavoratori somministrati, in missione presso Poste. “Riteniamo necessario sottolineare – prosegue il comunicato sindacale – come questi lavoratori negli ultimi mesi, anche durante l’emergenza sanitaria, abbiano sempre garantito il servizio e svolto con grande responsabilità e professionalità i loro incarichi. Nonostante questo e nonostante l’esistenza di soluzioni contrattuali che garantirebbero l’Azienda, i contratti vengono interrotti e i lavoratori lasciati casa.”
Le Organizzazioni Sindacali chiedono a Poste Italiane di modificare la decisione di interrompere i contratti di somministrazione che raggiungono i 24 mesi e di assicurare la continuità occupazionale dei lavoratori in somministrazione in costanza di missione, “perché non si può accettare che dopo anni di lavoro vengano sostituiti da altro personale, innescando così un meccanismo di precarietà generale.”

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