Congresso Cgil: Andiamo a Rimini per Raccontare il Modello Toscano

Al Congresso nazionale di˜ Rimini portiamo una Cgil Toscana unita da una forte proposta di cambiamento, e sull’idea di rafforzare a ogni livello la contrattazione. Come? Valorizzando le nostre esperienze di questi anni ma al contempo aprendo a tutti quei temi e a quelle persone che ancora non abbiamo rappresentato, perch? solo includendo potremo continuare ad essere sindacato confederale. Porteremo a Rimini dunque il modello toscano, basato – sia dentro che fuori alla nostra organizzazione – sulla forza dei rapporti e non sui rapporti di forza, modello che ha retto ai morsi della crisi economica e ha portato la nostra regione al top nelle classifiche di attrattivit? degli investimenti stranieri. E poi: racconteremo le migliaia di accordi siglati; l’aumento dei nostri iscritti (soprattutto in Nidil e Filcams, dove ci sono pi? atipici e precari, un segno dello sforzo di intercettare il cambiamento); la crescita dei votanti al Congresso, che si ? chiuso con un messaggio di unit?; i risultati concreti dei nostri servizi e delle nostre leghe, indispensabili per sempre pi? persone; un bilancio chiuso con un avanzo di amministrazione indirizzato – come stabilito dal nuovo Direttivo, guidato da due giovani donne e da un operaio della Lucchini – alle iniziative delle Rsu dei territori. Ma andiamo a Rimini anche e soprattutto col dolore e la voglia di combattere di chi in Toscana soffre per il lavoro che manca o ? precario, e coi timori dei nostri pensionati.Per scegliere un’immagine, ci mettiamo la faccia, la dignit? e l’orgoglio dei lavoratori di Piombino, coi quali portiamo avanti, insieme alla Regione e al Governo – come sancito dall’Accordo di programma – il progetto di non perdere la siderurgia.Negli occhi, abbiamo ancora le piazze piene di gente di gioved scorso, il Primo maggio, e la bellissima serata all’Obihall, dove abbiamo premiato coi ?Cavalli del lavoro? Francesco Guccini e altri personaggi per le loro meravigliose storie a difesa di occupazione, diritti, sviluppo. Ha confidato uno di loro, ricevendo il riconoscimento: ?Ho imparato tutto da chi non aveva nulla da perdere?. E anche noi dobbiamo continuare a imparare da quelli che hanno poco o niente, per difenderli: ? il senso del nostro passato e – se ne faccia una ragione chi, guarda caso, ci critica – del nostro futuro.

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