Abbiamo controlli, leggi e ora sentenza. Adesso avanti con rimozione ostacoli che impediscono la denuncia del sistema illegale. Servono garanzie per chi trova il coraggio, le minacce ai lavoratori che rivendicano il legittimo diritto alla dignit sono inaccettabili.Il fatto che sul territorio pratese, da anni, migliaia di imprese del manifatturiero, del trasporto e della logistica, del terziario e dell?agroalimentare, molte delle quali a conduzione cinese, ma non solo, operino al di fuori di regole e normative, un fenomeno che sta dentro un vero e proprio sistema di illegalit e di sfruttamento lavorativo che tiene dentro interessi locali anche di italiani, per l’affitto dei capannoni industriali, per la fornitura di servizi legali, di contabilit e fiscali e di collegamenti nei processi produttivi con le aziende italiane. Un macro-fenomeno sociale la cui risoluzione non pu essere lasciata al solo intervento repressivo, anche se, in termini di vigilanza ed ispezioni,dal 2013 sono stati fatti grossi passi avanti: i controlli effettuati dalla Regione Toscana con il Piano lavoro Sicuro, oltre 13.000 imprese verificate dai tecnici della prevenzione della ASL, quasi sempre in collaborazione con la Polizia Municipale, assieme a quelli implementati su denuncia delle organizzazioni sindacali, hanno fatto emergere la reale portata del fenomeno. Oggi, con questa sentenza, si sancisce ci che come CGIL e come categorie interessate sosteniamo da tempo: il nuovo articolo 603 bis del C.P pu essere applicato per combattere lo sfruttamento subito giornalmente da migliaia di lavoratori sul nostro territorio. Le leggi ci sono e devono essere applicate, anche se ci necessario ma non sufficiente per contrastare massicciamente il fenomeno dello sfrutamento. Occorre infatti che lo Stato, in tutte le sue articolazioni, attui le politiche necessarie a rimuovere tutti gli ostacoli, di qualsiasi natura, che non consentono a molti lavoratori e lavoratrici di far emergere le proprie condizioni di sfruttamento. Il fatto che su 21 lavoratori sfruttati soltanto uno abbia collaborato dimostra infatti che gli strumenti di tutela non sono assolutamente sufficienti, e che bisogna lavorare per dare a chi denuncia continuit lavorativa e garanzie per il futuro. Non sono infatti isolati i casi di minacce ricevute dai lavoratori che, esasperati dalle condizioni di lavoro, decidono di trovare il coraggio di denunciare la propria condizione di sfruttamento. comImprenditori condannati per ‘caporalato’. Rossi: Sentenza storica, figlia anche del progetto ?Prato lavoro sicuro’ÿLa storica sentenza che a Prato ha condannato, in base alla nuova legislazione sul caporalato, due imprenditori che sfruttavano decine di lavoratori in condizioni disumane motivo di grande soddisfazione. Cos il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, commenta la decisione dei giudici del Tribunale di Prato che ieri ha condannato due titolari di un’azienda applicando l’articolo 603 bis del codice penale, che dal 2016 punisce non solo i caporali ma anche i datori di lavoro che impiegano manodopera destinandola al lavoro in condizioni di sfruttamento e approfittando dello stato di bisogno.Questo risultato per noi particolarmente importante ? spiega il presidente – perch l’intera indagine nasce dall’attivit degli ispettori del progetto regionale ?Prato Lavoro Sicuro’, varato all’indomani del rogo di Teresa Moda.Rinnovo ? prosegue Rossi ? i miei ringraziamenti, gi rivolti mesi fa al momento dell’operazione che permise l’apertura del processo, alla Procura della Repubblica di Prato, ai Carabinieri, a tutti coloro che hanno lavorato alle indagini e in particolar modo agli operatori della Regione Toscana.Non siamo perfetti ma l’impegno della Regione Toscana per il rispetto della legalit e della sicurezza e per la dignit del lavoro e dei lavoratori ? conclude Rossi ? non mai venuto meno. In questi anni le attivit di controllo messe in campo sono state un successo. ?Lavoro sicuro’ ha dimostrato la sua efficacia. Sono oltre 8 su 10 le aziende sanzionate hanno deciso di mettersi in regola e abbiamo registrato una drastica riduzione delle situazioni di irregolarit , a partire dalle gravissime carenze legate alla promiscuit tra ambienti di vita e di lavoro. Inoltre, il progetto ha funzionato anche da modello, con risultati positivi, nei controlli nelle aziende e nelle cave del marmo sulle Apuane. Per questo penso che entro la fine della legislatura sia necessario approvare una legge per consolidarlo e renderlo strutturale.ÿ
0