Le esportazioni italiane sono diminuite piu’ della domanda mondiale nel 2008, ritornando a perdere quota non soltanto rispetto ai Paesi emergenti e a quelli in via di sviluppo produttori di materie prime, ma anche rispetto a quelle dell’area dell’euro. E’ quanto emerge dal Rapporto Ice 2008-2009 L’Italia nell’economia internazionale presentato oggi, che conferma, con la crisi, una tendenza negativa delle quote che e’ in corso da oltre un decennio e accomuna la maggior parte delle economie sviluppate.La perdita di quota delle esportazioni italiane nel 2008 – si legge nel rapporto – si e’ verificata in quasi tutte le aree, cancellando gli effetti dei lievi recuperi registrati nell’anno precedente. L’unica eccezione di rilievo – sottolinea l’Ice – e’ l’Africa settentrionale, dove le esportazioni italiane hanno ulteriormente rafforzato la propria posizione.La graduatoria dei principali Paesi di destinazione delle esportazioni italiane (complessivamente aumentate dello 0,3% nel 2008) non e’ mutata in modo significativo rispetto all’anno precedente. Al primo posto si conferma la Germania, anche se il valore delle esportazioni verso questo Paese e’ calato dell’1,3%, seguita dalla Francia (-2,5%), mentre una flessione piu’ netta si e’ registrata verso la Spagna (-12,7%).I pochi dati disponibili sul 2009 – prosegue il rapporto -, relativi ai primi due o tre mesi a seconda dei Paesi, mostrano che le esportazioni italiane hanno continuato a perdere quota in diversi mercati di sbocco europei, ma hanno recuperato lievemente in Cina, in Germania e negli Stati Uniti, sia pure in un contesto di forte contrazione della domanda.Negativi anche i dati sui flussi di investimenti diretti esteri, in netta contrazione nel 2008 sia in entrata (-60%) che in uscita dall’Italia (-55%). Gia’ prima della crisi, la quota dell’Italia era bassa, ricorda l’Ice, a conferma della scarsa capacita’ del sistema economico italiano di attrarre l’interesse delle multinazionali.asca
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