Come siamo messi a Prato? Cosa ci sarebbe da fare!

Il punto della situazione ? questo: ? passato un anno e pi? da quando sono state fatte determinate promesse, vediamo quali ed a che punto siamo:1. inserimento di Prato nelle aree di crisi attraverso la Legge 99. Questa Legge prevede un sostegno (soprattutto infrastrutturale) a determinate aree giudicate in crisi; sulla base dei parametri previsti dalla Legge Prato dovrebbe rientrare (viene detto a Roma) tra queste aree, ma nella realt? finora siamo fuori. Era necessario un progetto globale, previsto dalla Legge stessa, che ? stato fatto, la Regione Toscana ? disponibile ad intervenire per la propria parte, ma la Commissione Tecnica che dovrebbe valutare le Aree e i progetti non ? stata nemmeno nominata, non c’? pi? neanche il Ministro dello Sviluppo Economico e tutto resta in aria;2. Legge 181: interviene attraverso l’INVITALIA (ex Sviluppo Italia). L’INVITALIA interviene entrando con capitali propri in imprese che affrontano progetti di sviluppo. E’ evidente che la tipologia dell’intervento si addice ad aree con aziende medio grandi, ben strutturate e capacit? operative autonome. Situazione ben diversa da quella presente a Prato, dove si pu? evidentemente intervenire solo a livello distrettuale e non di singola azienda;3. Ammortizzatori: dovevano essere la prima cosa, ma finora non ? arrivato nulla. C’? una nuova promessa, giunta attraverso l’on. Mazzoni del PDL, che parla di 20 milioni, ma per ora siamo al livello dei discorsi politici; non c’? nulla di concreto (la durezza della manovra peraltro non promette affatto bene per un intervento di spesa in un momento di tagli);4. C’? poi la manovra finanziaria, che ha si carattere nazionale, ma con ricadute assai concrete a tutti i livelli, Prato compresa. I primi settori su cui la manovra avr? effetti di restringimento degli interventi ? nel trasporto pubblico (il Fondo ? tagliato del 40%) e nelle politiche ambientali; oltre a questi settori specifici, in cui si interviene drasticamente nei trasferimenti alle Regioni, c’? tutto il campo dei servizi al cittadino, per i quali sar? assai impegnativo, per le Amministrazioni Pubbliche, locali mantenere lo stesso costo. Ma il colmo dell’assurdo lo si raggiunge in una norma che impedisce le maggiori spese a tutte le Amministrazioni Locali, per cui anche i Comuni ?virtuosi?, che hanno i soldi in banca, non potranno spenderli: sar? cosi ad esempio per il Comune di Vernio, che nel suo piccolo ha 2 milioni in Tesoreria o la Provincia di Prato che ne ha invece 11,5. In questo modo anche piccoli interventi di stimolo alla ripresa vengono impediti, senza che se ne veda una ragione valida.E’ bene poi chiarire la differenza fra Patto di stabilit? interno e rapporti con l?Europa. Per quest’ultima, quello che conta, in ultima analisi, sono i saldi finali conseguiti, la differenza fra entrate ed uscite a livello di sistema Paese. Come si ripartisce, all’interno, il peso di questo aggiustamento ? un problema interno al nostro Paese. Il Governo di Berlusconi e Bossi ha fatto la sua scelta: le spese dei Ministeri sono aumentate del 6%, a Regioni e Comuni vengono tagliati i trasferimenti (unica via d’uscita sembrerebbe, in questi giorni, una nuova tassa locale, con quale ?beneficio? per i cittadini che le tasse le pagano gi? si pu? capire). E si capisce anche dove vanno a finire tutti i discorsi sul Federalismo, una specie di Federalismo alla rovescia dove si toglie alla periferia per dare al Centro. Nel frattempo la Lega sta a guardare ed acchiappa cinesi per distogliere lo sguardo dei cittadini dal punto dove il male lo si crea davvero. Che non ? certo un capannone.

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