Livorno: Colpito da un cavo in porto, marittimo 55enne la vittima. Domani due ore di sciopero

Tragedia sul lavoro nel porto di Livorno: un marittimo di origine filippina, 55 anni, è morto stamani dopo essere stato colpito da un cavo di acciaio mentre si stavano effettuando le operazioni di ormeggio di una nave. Secondo una prima ricostruzione l’uomo sarebbe stato colpito in pieno dal cavo che si è spezzato. Subito soccorso dal 118, intervenuto con un’ambulanza, nonostante i tentativi di rianimazione per il 55enne non c’è stato niente da fare: al medico non è rimasto che constatarne il decesso. Sul posto anche polmare e capitaneria di porto.
L’incidente è avvenuto intorno alle 12, alla darsena Petroli del porto toscano. Il marittimo deceduto, 54 annni (non 55 come scritto in precedenza) era imbarcato come marinaio a bordo della Melingunis M, nave cisterna per prodotti petroliferi e chimici battente bandiera italiana. Da quanto ricostruito è stato colpito dal cavo spezzatosi durante la partenza della nave, che dal porto toscano dove poi raggiungere Genova. Il marinaio era intento nelle operazioni di disormeggio quando, per cause in corso di accertamento di polmare e capitaneria, uno dei cavi che assicuravano la nave alla banchina si è improvvisamente rotto creando un effetto frusta che lo ha colpito al torace. Immediato l’intervento del 118 unitamente al nucleo nostromi della Capitaneria di porto di Livorno e personale della polmare. I militari della guardia costiera e la polmare hanno intanto eseguito i primi accertamenti per fornire supporto al magistrato di turno che, giunto sul luogo dell’incidente con il personale del dipartimento di prevenzione, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro di Livorno per le prime verifiche, ha disposto precauzionalmente il fermo della petroliera. (ANSA).

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Morto marittimo, due ore sciopero a porto Livorno Indetto sindacati per domani dopo decesso per infortunio lavoro
Duo ore di sciopero sono state indette per domani per tutti i lavoratori e il personale marittimo del porto di Livorno “in segno di protesta e nel rispetto della vita persa nel tragico incidente mortale” verificatosi oggi nello scalo toscano, vittima un marinaio di 54 anni, di nazionalità filippina, in servizio su una petroliera. E’ quanto annunciato in una nota da Giuseppe Gucciardo della Filt-Cgil, da Gianluca Vianello di Uiltrasporti e da Dino Keszei di Fit-Cisl. Lo sciopero sarà effettuato al termine di ogni turno lavorativo. “Sui luoghi di lavoro – proseguono i sindacalisti – si muore più che in ogni altro luogo. Un’altra vita consumata in una manciata di secondi. Ci chiedono più tempo, più flessibilità, ma a nessuno sembra interessare come farci tornare vivi alle nostre case, dai nostri cari. Di lavoro si continua a morire”. “Nei porti di Livorno, Piombino e degli altri porti della provincia di Livorno- concludono – assistiamo all’ennesima morte sul lavoro: oggi, presso la Darsena Petroli, è stato un marittimo a perdere la vita. Le dinamiche sono ancora da chiarire. Quello che è sicuro è che dobbiamo cambiare direzione: lo abbiamo ripetuto in tutte le sedi istituzionali e lo continueremo a fare”.
I lavoratori somministrati Intempo a tempo determinato del porto di Livorno aderiscono allo sciopero indetto per domani dalle segreterie provinciali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti a seguito dell’incidente mortale avvenuto oggi in Darsena Petroli. Anche i portuali somministrati Intempo sospenderanno perciò l’attività lavorativa per le ultime 2 ore del loro turno. Servono interventi urgenti e risolutivi: non si può continuare a morire di lavoro. Il Nidil-Cgil esprime le più sentite condoglianze ai familiari e agli amici del marittimo deceduto.
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Zannotti (Cgil Livorno): “Fermare questa inaccettabile scia di sangue: è come una guerra”
Nuova inaccettabile morte sul lavoro in porto a Livorno, nuova dolorosissima ferita per la città. La notizia della morte del marittimo avvenuta stamani presso la Darsena Petroli ci riempi il cuore di un immenso dolore ma anche di tanta rabbia. Non possiamo più accettare che tragedie del genere si verifichino. Sulle cause dell’incidente mortale indagheranno come sempre le autorità preposte. In tema di sicurezza sul posto di lavoro però si deve fare di più. Molto di più. Lo diciamo da anni, lo ripeteremo fino alla noia: il rinforzare le misure per la salute e la sicurezza sul lavoro rappresenta una battaglia di civiltà che dev’essere combattuta con forza da tutte le parti in campo. Servono più investimenti in tema di sicurezza, più formazione ma anche più controlli. Bisogna però agire subito, basta chiacchere. Non c’è più tempo da perdere. Ognuno – lo ribadiamo – si assuma le proprie responsabilità e faccia tutto quello che è in grado di fare per fermare questa drammatica quanto inaccettabile scia di sangue: serve il contributo di tutti, nessuno escluso. Ormai – visti i numeri delle morti sul lavoro – è diventata una “guerra”: dobbiamo combatterla tutti insieme. Con coraggio e determinazione. Ci preme inoltre sottolineare che la tecnologia non può essere sfruttata soltanto per controllare la produttività dei lavoratori: ad essa si deve ricorrere – a maggior ragione – anche per elevare i livelli di sicurezza sul lavoro. Alla luce di quanto avvenuto riteniamo fondamentale una convocazione urgente del tavolo per la sicurezza del lavoro in porto. Ai familiari e agli amici del lavoratore le più sentite condoglianze di tutta la Cgil provincia di Livorno.

Firmato: Fabrizio Zannotti, Segretario generale Cgil provincia di Livorno

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