CNEL: L’OCCUPAZIONE AUMENTA SOLO GRAZIE AGLI IMMIGRATI IN GRANDE SOFFERENZA QUELLA FEMMINILE
Diminuisce e invecchia sempre di pi la popolazione italiana in et da lavoro, causa la bassa natalit . Intanto ? con gli arrivi e le regolarizzazioni dei cittadini stranieri ? anche se di poco si espande nel nostro paese la platea di chi in cerca di occupazione. Cos, per l?Italia, ®la scelta dell?integrazione degli immigrati nel mondo del lavoro una strada obbligata, pena un costante abbassamento del nostro tasso di crescita potenziale¯. Altra urgenza, ®aumentare il sostegno alle madri che lavorano, ancora troppo basso rispetto ai livelli europei¯. Sono alcuni degli aspetti sottolineati dal ?Rapporto sul mercato del lavoro 2007-2008? del Cnel, presentato oggi (15 luglio) a Roma. Il dossier parla di una disoccupazione in forte calo, anche se gli ?occupati temporanei involontari? (leggi: precari) sono complessivamente 2 milioni 385 mila, e oltre 1 milione 172 mila i disoccupati di lunga o lunghissima durata.®Nel corso degli ultimi anni ? affermano gli estensori della ricerca ? la debole crescita dell?offerta di lavoro si confrontata con una domanda vivace, generando un deciso abbattimento della disoccupazione¯ scesa del 50 per cento circa rispetto ai massimi raggiunti intorno alla met degli anni Novanta. L?aumento della domanda non stato tuttavia uniforme: gli incrementi riguardano principalmente i servizi privati e l?edilizia, al contrario del pubblico (che risulta in calo costante ormai dal 1995). Resta forte il dislivello territoriale, con una crescita concentrata nelle regioni del Nord e nella componente femminile (come auspicabile visti i bassi livelli di partenza).In sostanza, ®i risultati in termini di sviluppo del paese restano modesti¯. A frenare la crescita vi quella che il Cnel definisce ®la stagnazione della produttivit totale dei fattori¯: in pratica il nostro un sistema economico ®che ha difficolt ad espandersi e a difendere la propria posizione competitiva¯, come dimostrano pure i sempre pi scarsi investimenti che arrivano dall?estero. Conta anche il difficile adattamento al nuovo ambiente indotto dalla globalizzazione e questo, spiegano i ricercatori, ®potrebbe avere penalizzato la piccola impresa negli ultimi anni. Non un caso che il contributo maggiore all?occupazione venga dalle aziende medio-grandi¯. Quanto ai migranti, ®pur essendo sovente in possesso di titoli di studio pi elevati, sono sempre loro a svolgere i lavori meno qualificati, quelli che gli italiani non desiderano pi compiere¯.Lavoro temporaneo indesiderato. Aumentano i ?part-time? e i ?tempi indeterminati?, mentre si riduce decisamente l?apporto dei contratti a termine. Ma oltre la met di questi ultimi mantiene il proprio status di anno in anno. ®Per quanto faciliti il passaggio dalla disoccupazione all?occupazione ? si legge nella ricerca ?, la tipologia del contratto a termine largamente un fatto involontario, in quanto la stragrande maggioranza di questi lavoratori preferirebbe un tempo indeterminato¯. Gli stabilizzati, precisa il Cnel, sono uno su quattro ogni anno, mentre nel 4 per cento dei casi il passaggio verso l?occupazione autonoma. Forse per questo che ®i lavoratori non sono completamente soddisfatti delle opportunit di impiego determinatesi nel corso degli ultimi anni¯.Capitolo ?straordinari?. Lo strumento delle straordinario rimane ®largamente utilizzato dalle imprese¯, ed questo un punto di riferimento anche per la lettura dei recenti provvedimenti di defiscalizzazione. Secondo il Cnel ®si osservano ampie differenze controllando alcune caratteristiche (et , genere posizione professionale, provenienza geografica), fatto che segnala una sostanziale disomogeneit ¯. Il dato pi rilevante che a impegnarsi negli straordinari sono essenzialmente gli uomini: 69 per cento contro il 31 per cento delle colleghe.Previsioni. Un aspetto decisamente negativo rappresentato dal peggioramento della congiuntura economica. ®Con il Pil che crescer solo di qualche decimo di punto percentuale nel 2008 ? spiega la ricerca ? non si pu certo sperare che il mercato del lavoro, da solo, faccia ulteriori miracoli. Ed quasi opportuno che non li faccia, perch se dovesse aumentare ancora l?occupazione, vorrebbe dire che la produttivit del lavoro precipiterebbe ulteriormente verso livelli ancora pi bassi, mettendo ulteriormente a repentaglio il grado di competitivit del paese¯.Ma l?occupazione, secondo le previsioni del Consiglio ®non aumenter , o per lo meno, non certamente ai ritmi del passato¯. ? probabile invece un suo ristagno, come indicano le sempre pi frequenti notizie di aziende in crisi che ricorrono alla cassa integrazione. In conclusione, ®occorrono politiche a sostegno del tasso di occupazione, a partire dalla componente femminile, che in Italia ha la pi bassa presenza nel mondo del lavoro fra tutti i paesi dell?Ue-25. Una maggiore diffusione del part-time aiuterebbe, ma contano anche servizi all?altezza, come quelli a sostegno delle madri che lavorano¯.da rassegna.it