Cnel, insufficienti i fondi strutturali Ue 2021-27 Rispetto alla vecchia programmazione taglio di circa il 10%
Le risorse europee per la coesione, per il ciclo 2021-2027, soprattutto a fronte degli squilibri macroeconomici, sociali e territoriali dell’Europa e dell’Italia, sono insufficienti. Rispetto alla programmazione del periodo precedente, 2014-2020, prevedono un taglio di circa il 10%. L’Italia non beneficia pienamente delle opportunit offerte dall’Unione, presentando molteplici elementi di criticit . ? evidente che sussiste un problema del Sistema-Paese nell’approccio ai fondi strutturali. Lo sostiene il Cnel nel documento di Osservazioni e Proposte su I fondi strutturali europei: elementi di criticit del sistema-Paese Italia appena emanato, esprimendo preoccupazione in ordine a una serie di misure che, rispondendo prioritariamente a esigenze di controllo della spesa, di fatto indeboliscono gli obiettivi di coesione e mettono a rischio gli investimenti proprio in quei territori caratterizzati da maggiori difficolt strutturali come il Mezzogiorno. Tra le proposte quella di escludere dal calcolo del deficit la quota nazionale di cofinanziamento. Per il periodo 2014-2020 alla politica di coesione stato destinato un terzo delle risorse previste nel bilancio UE, per un investimento di 351,8 miliardi. A questi si aggiungono i contributi nazionali e gli altri investimenti privati, per un impatto stimabile in circa 450 miliardi. Per l’Italia, si legge ancora nel documento del Cnel, gli interventi della politica di coesione europea rappresentano il 12% degli investimenti nazionali e i 23 degli investimenti nel meridione italiano, per il beneficio di oltre 50mila imprese, oltrech garanzia di programmazione pluriennale con il coinvolgimento del partenariato. Non c’ dubbio, quindi, che la politica di coesione europea vada difesa e i risultati conseguiti resi noti. Nell’ambito delle proprie finalit istituzionali, il CNEL si propone di svolgere una funzione attiva, modello organizzazione ombrello, per facilitare l’utilizzo dei fondi europei e il perseguimento degli obiettivi per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, ad esempio attraverso la misurazione della qualit dei servizi all’impiego dei fondi strutturali della PA; la promozione, anche in collaborazione con l’Agenzia per la Coesione Territoriale, di eventi informativi e formativi rivolti al personale delle PA; la promozione della conoscenza del Codice europeo di partenariato e della Guida per i beneficiari, anche facendo ricorso allo strumento della consultazioneinformazione; la costituzione di un osservatorio e di un archivio dati; la definizione di criteri per la misurazione in trasparenza del grado di rappresentativit delle parti sociali chiamate dal principio di partenariato a svolgere un ruolo centrale negli accordi, nella programmazione e nei comitati di sorveglianza. (ANSA).