CIAO COME STAI? Ferimenti di Macerata. Riflessione del coordinamento donne CGIL Livorno

COME STAI? Lo chiediamo ogni giorno. Una domanda naturale ma profonda, chemanifesta premura nei confronti delle persone che incontriamo.COME STAI? Possiamo chiederlo anche in maniera sbrigativa, per salutare una personadella quale magari non c’interessi molto. Bene grazie Š spesso la risposta automaticache riceviamo.A nessuno dei feriti di Macerata si chiede per• come stai?. NŠ in modo sincero epreoccupato, nŠ in modo superficiale e automatico. Silenzio. E’ come se queste personenon esistessero. Come se non si dovessero vedere. Fantasmi. Di queste persone siconoscono a malapena i nomi. Senza contare che solo un esponente politico si Špresentato in ospedale per far loro visita. A noi non interessa solo chi sia il colpevole eperchŠ abbia agito cos. A noi interessa soprattutto sapere come stanno queste persone.Quanto avvenuto a Macerata ha fatto accendere il solito scontro tra tifoserie. Com’eraprevedibile Š nata una babele di critiche, di scontri falsamente political correct. Achiedere notizie sulla salute dei feriti sono per• in pochi. Come mai a nessuno interessa?La cosa ci sorprende.Un filo comune Violenza sulle donne e razzismo sono legati da un filo comune. Imeccanismi che stanno alla base di questi fenomeni sono infatti gli stessi. Le scintilled’odio sono in grado di diffondersi quasi in tempo reale e riescono a incendiare l’animodi persone deboli: scintille che trovano terreno fertile in una societ… con pocaconsapevolezza. I valori alti e condivisibili necessitano invece di lunghi processid’affermazione. Per arginare una cultura sempre pi— becera e superficiale serve infatticonsapevolezza e equit….Un lungo cammino Il contrasto alla violenza sulle donne Š frutto di un lungo processoculturale: la comparsa sul palco del festival di Sanremo di fiori in onore alla difesa diqueste Š solo una rappresentazione mass-mediatica di questo processo. Tutti oggi siamoconsapevoli che questo tipo di violenza Š orribile, sbagliata e indegna. Dal subirel’autorit… dei padri e quella dei coniugi (delitto d’onore) siamo per• riuscite a giungereall’autodeterminazione e alla questione di genere. Oggi sappiamo bene che chi violentanon Š malato: Š solo il frutto di una societ… che non ha svolto il proprio compito educantee di cura.Consapevolezza Il processo di liberazione delle donne Š stato raggiunto grazie apercorsi non violenti. Un lungo cammino fatto di cultura, intelligenza, sensibilit…,pressione e presenza. A tracciar la strada sono state donne che si sono messe in gioco, atutti i livelli. Questo non significa che i delitti e le violenze siano cessate bens che sonostati messi in campo strumenti di corretta percezione, inclusione e crescita. Equi, civili econdivisi. La societ… ha preso insomma consapevolezza.Un percorso simile per contrastare il razzismo. Riflettiamoci ora, non ripetiamo glistessi errori. Mettiamo l?anima alle parole, diamo loro senso. Il razzismo Š violenza.Ogni forma di violenza passa dall’odio e dall’ignoranza. Impariamo dal processo diliberazione delle donne che non Š mai passato attraverso processi violenti: esso ne Šinvece la negazione.COME STAI? Una piccola domanda capace di chiudere le bocche agli strimpellatoriindecenti fautori di odio ed esclusione.COORDINAMENTO DONNE CGIL LIVORNO

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