Chiantibanca: procura, processare vertici istituto Per 15 persone chiesto rinvio a giudizio, 4 verso archiviazione

Processare i vertici della Bcc Chiantibanca in carica nel periodo 2015-2016. Lo ha chiesto la procura di Firenze, che all’esito delle indagini sull’istituto ha presentato richiesta di rinvio a giudizio per 15 persone. I reati contestati a vario titolo sono quelli di ostacolo all’esercizio delle funzioni di autoritˆ pubbliche di vigilanza – la Banca d’Italia – e false comunicazioni sociali. I pm Luca Turco e Giuseppe Ledda, titolari dell’inchiesta, hanno chiesto poi l’archiviazione della posizione di quattro funzionari della banca inizialmente indagati.L’udienza preliminare  stata fissata per il 21 aprile. I pm Luca Turco e Giuseppe Ledda hanno chiesto il processo per l’ex direttore generale Andrea Bianchi, l’ex presidente Claudio Corsi, l’allora vicepresidente del cda Carla Lombardi e il vicepresidente vicario Stefano Mecocci. Tra gli altri indagati per cui  stato chiesto il rinvio a giudizio i membri del consiglio di amministrazione Aldemaro Becattini, Niccol˜ Calamai, Luigi Ferri, Mauro Fusi, Leonardo Viciani, Claudio Tongiani, Vasco Galgani, Andrea Casini, per il presidente del collegio sindacale Enzo Barbucci e per i componenti dello stesso collegio Fabrizio Fusi e Marco Galletti. L’archiviazione  stata invece chiesta per quattro funzionari: Diego Landi, Alessandro Barbato, Federica Paoletti, e Filippo Capaccioli. Tra le irregolaritˆ che sarebbero state accertate dalle indagini, la modalitˆ di classificazione del Btp 2046, acquistato per un valore nominale di 100 milioni di euro tra il 30 marzo e l’1 aprile 2015 come attivitˆ finanziaria di categoria Afs (available for sale) disponibile per la vendita, e riclassificato in via retroattiva, attraverso una modifica postuma dei verbali, come attivitˆ finanziaria di categoria Htm (held to maturity) detenibile fino a scadenza ed avente un valore di 126.436.000 euro. In questo modo, secondo la procura, con una modifica che non poteva essere fatta, i vertici dell’istituto avrebbero ingannato i soci e il pubblico sulle effettive condizioni patrimoniali della banca. Sempre secondo la procura inoltre, gli indagati avrebbero omesso di dedurre dal patrimonio un negativo di circa 22,6 milioni di euro derivante dalle perdite subite dal Btp 2046. Contestata anche la contabilizzazione di mezzi propri superiori a quelli reali (228 milioni di euro anziche’ 210). La stessa condotta illecita sarebbe stata tenuta verso la Banca d’Italia alla quale sarebbero state inviate comunicazioni non veritiere. (ANSA).

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