Nel corso del confronto al tavolo generale di concertazione, la Regione Toscana ha illustrato le pesanti ricadute che 15 manovre nazionali in 4 anni, molte delle quali continuano a scaricare i loro effetti e lo faranno in futuro, con la ciliegina della manovra di aggiustamento del Governo Monti in votazione nelle prossime ore, hanno prodotto sui conti pubblici regionali. A sostenerlo in una nota la Cgil Toscana e secondo il sindacato a fronte di una proposta non ancora ben definita al tavolo da parte dell’assessore al bilancio Riccardo Nencini, abbiamo assistito ad un posizionamento da sindrome ‘Nimby’ da parte di coloro che si sono espressi con la formula: ‘va tutto bene ma non toccate noi’. E’ del tutto evidente che la portata delle politiche dissennate di tagli lineari agli Enti Locali, una delle ragioni generali che accompagneranno lo sciopero europeo del 14 Novembre cui come CGIL abbiamo aderito, mette in discussione diritti costituzionalmente garantiti come quello alla salute, alla scuola e alla mobilit e mette a rischio cultura investimenti e tutela delle fasce deboli della popolazione, con conseguenze drammatiche per il modello di coesione sociale toscano. Per evitare ci, prima di ogni altra cosa – spiega la Cgil – vanno ricercate tutte le soluzioni che cancellino posizioni di privilegio e di spreco, cos come vanno avviate tutte le soluzioni che la razionalizzazione e le masse critiche sufficienti a rendere pi efficiente e meno costosa la macchina pubblica. Se fatto ci e solo dopo tutto ci dovesse rendersi ancora necessario un contributo di solidariet per difendere le prestazioni di tutela dei cittadini e la coesione, crediamo inaccettabile una scelta della Regione che carica unilateralmente solo su una parte, con le addizionali Irpef, il costo del riequilibrio finanziario. Un conto – conclude la Cgil – battersi perch il carico fiscale della Toscana continui a rimanere sotto la media nazionale, un altro ritenere che l’onere della solidariet a solo carico della parte pi debole della societ .(ANSA).
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