Cgil, Cisl e Uil categoria, lavoratori agricoli oggi in presidio a Roma. Senza risposte sarà sciopero

A Roma torna a manifestare il lavoro. A scendere in piazza gli stagionali, dimenticati prima dal Governo Conte, ora dal Governo Draghi. In programma anche una nuova mobilitazione il 10 aprile prossimo, davanti a tutte le Prefetture

I lavoratori agricoli oggi sono in strada a Roma con un presidio contingentato in piazza Vidoni e il 10 aprile si mobiliteranno davanti le prefetture di tutta Italia. Ad annunciare la decisione della protesta i segretari generali di categoria Uila Uil, Stefano Mantegazza, Fai Cisl Onofrio Rota e Flai Cgil Giovanni Mininni in una videocoferenza stampa. Per il segretario generale della Uila Uil, Stefano Mantegazza, i lavoratori agricoli “sono stati beffati, sono stati ritenuti essenziali in pandemia, ma sono stati esclusi dai ristori” e oggi “ci sarebbero tutte le condizioni per fare uno sciopero generale dell’agricoltura. Ma noi siamo responsabili e domani manderemo un segnale alla politica italiana per chiedere una attenzione che finora non abbiamo avuto. Se non avremo risposte positive la nostra azione è destinata a intensificarsi”.

Le categorie Fai Cisl, Uila Uil e Flai Cgil hanno rivendicato il ruolo sociale svolto dai lavoratori agricoli durante la pandemia, quando “hanno lavorato ogni giorno per garantire l’approvvigionamento di beni alimentari nei supermercati” per poi essere dimenticati: “oggi lanciamo un grido contro una vera e propria ingiustizia che interessa quasi un milione di lavoratori considerati essenziali durante l’emergenza quando dovevano produrre il cibo, ma completaemtne dimenticati da questo governo e anche dal precedente”, ha detto Giovanni Mininni.

La prima azione di protesta dei lavoratori del settore agricolo è quindi quella legata al bonus del Dl Sostegno, “ma ci sono tante questioni aperte che dalla politica non hanno ricevuto mai una risposta. Abbiamo già chiesto audizioni in commissione Lavoro, Agricoltura e Bilancio per portare le nostre ragioni” ha detto Onofrio Rota” ricordando che i settori più colpiti sono quello agrituristico, il florovivaismo, il settore vitivinicolo. “Chiediamo la possibilità di riconoscere a questi settori le stesse giornate lavorate dell’anno precedente – hanno detto i segretari generali – in modo da potere attivare il meccanismo con cui si elabora la disoccupazione agricola e riconoscere loro l’ammortizzatore sociale”.

Secondo i sindacati, infatti, il decreto sostegno “rischia di diventare un sostegno alle iniquità. Dispiace che nel testo – ha detto Mantegazzi – non ci siano testimonianze di quanto detto da Draghi: un intervento normativo teso ad aiutare i più poveri. I braccianti non ci sono, ma hanno tutte le carte in regola per esserne i primi destinatari. Nessuno vuole fare una guerra tra poveri”.

Tra i temi caldi anche quello del possibile rafforzamente dell’uso del voucher e il rinnovo dei contratti di lavoro a livello provinciale. Sui voucher i sindacati sono chiarissimi: “per noi è un netto no, non siamo favorevoli a estendere formule di voucher – hanno sottolineato – abbiamo fatto le barricate e continueremo a farle. Il problema è che l’agricoltura per sua condizione è il settore più flessibile che c’è, si parla di giornate lavorate per maturare previdenza e ammortizzatori sociali. I voucher in agricoltura non servono a nulla, tutte le flessibilità sono già concesse dai contratti”. Questo, ovviamente, prevede semplicemente “emergere, tracciare: chi vuole usare i voucher può iscriversi alla piattaforma dell’Inps. Non c’è bisogno di semplificare ma solo di uscire dall’anonimato”.

Ancora, “siamo nel periodo del rinnovo dei contratti di lavoro e ci aspettiamo da sindacati agricoli delle risposte puntuali, con il 2022 saremo presi del rinnovo del contratto nazionale e quelli provinciali devono necessariamente essere sottoscritti prima. Se il secondo pilastro della contrattazione non funziona più noi lo cambiamo – ha aggiunto Mantegazza – lo diciamo chiaramente a Cia, Coldiretti e Confagricoltura: nessuno di noi vuole stare dietro a contratti provinciali finti o non rinnovati. Lo dico chiaramente”.

Altro tema sul tavolo, il reddito di emergenza: “i braccianti ci sono o no? A noi da una prima lettura viene il dubbio che non ci siano – spiegano i segretari generali – perchè sono colpevoli di avere beneficiato dei due bonus previsti a marzo e aprile scorso.
Se non ci sono,l’iniquità va riparata. Perchè nel 2020 sono state perse moltissime giornate di lavoro, c’è una agricoltura che ha potuto lavorare e una che non ha potuto farlo”.

Infine, il grave tema della pesca, per cui la cassa integrazione “è un obbligo ogni giorno di più per dare una risposta a chi rischia la vita in mare, anche perché la Comunità Europea riduce progressivamente le giornate di pesca e si devono trovare indennizzi se l’Italia vuole mantenere una flotta”.

Quanto alla necessità di manodopera straniera per i lavori agricoli, secondo i sindacati “non ci sarà una stagione di carenza di manodopera tale da generare i corridoi verdi per fare arrivare in Italia i lavoratori stranieri. Noi, che nei campi ci siamo, non registriamo alcuna emergenza su lavoratori disponibili”.

In particolare, sono quattro le proposte della Uila per “cambiare passo” e accelerare verso la piena attuazione della legge 199/2016.  Prima proposta quella di costituire le sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità in tutte le province italiane, affidandone la presidenza ai prefetti e coinvolgendo gli Enti Bilaterali Territoriali nella gestione dell`incrocio domanda e offerta di lavoro e nell`organizzazione del sistema dei trasporti dei lavoratori sui luoghi di lavoro;  Secondo punto è quello di mettere in comune le banche dati di Inps, Agea, Inail, Agenzia delle entrate e di tutti gli enti pubblici che possano fornire preziose informazioni per realizzare una mappatura trasparente del settore agricolo; Terza azione è istituire presso l`Inps una sezione specifica per le cooperative e società “senza terra”, per esaminare e valutare, prima di autorizzarle ad assumere manodopera, se soddisfino i requisiti di legge previsti per la gestione degli appalti. Quarto punto, potenziare i servizi di vigilanza e di ispezione pubblici e lavorare per un maggiore coordinamento delle attività ispettive a livello locale.

“La legge 199 compie 5 anni – ha detto Mantegazza – e siamo orgogliosi di essere stati i protagonisti della ideazione e predisposizione di questa normativa, considerata la migliore in Europa in materia di lotta al caporalato. Facendo un bilancio, possiamo affermare che essa ha avuto effetti importanti, soprattutto sul versante sanzionatorio, grazie all`azione condotta dalle forze dell`ordine e dalla magistratura. Al contrario, la parte della legge che mira a costruire forme più avanzate di incrocio tra domanda e offerta di lavoro e un adeguato sistema di trasporti, i risultati non sono altrettanto lusinghieri”.
di Emanuele Ghiani da ildiariodellavoro.it

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